• Settembre 10, 2021
di Redazione Anci

Rigenerazione urbana

Nella giornata di chiusura del Festival delle buone pratiche di URBACT protagoniste le città

Al centro del dibattito le esperienze dei comuni in tema di ambiente e alimentazione sostenibile, partecipazione civica e associazionismo, inclusione sociale e integrazione
Nella giornata di chiusura del Festival delle buone pratiche di URBACT protagoniste le città

Le esperienze dei comuni sono state al centro del dibattito della giornata conclusiva della terza edizione del Festival delle buone pratiche organizzato da Anci. Nei tre distinti panel si è discusso di temi come ambiente, partecipazione civica e inclusione sociale.

L’esperienza di Cesena, partner del network BeePathNet coordinato da Lubiana, ha puntato su un’azione di sistema sul tema dell’apicoltura urbana e sulla tutela delle api come indicatore di sostenibilità del territorio mentre invece l’esperienza di Rosignano Marittimo, che ha partecipato come partner al network BioCanteens guidato dal comune francese di Mouans-Sartoux, ha focalizzato la sua azione sull’utilizzo di prodotti a chilometro zero nelle mense scolastiche locali.

Di partecipazione civica e associazionismo hanno invece discusso i comuni di Forlì e Capizzi. La città di Forlì, nell’ambito del network Come in!, ha trasferito la buona pratica di Budapest sulla valorizzazione di case ed edifici storici capaci di favorire la mobilitazione dei cittadini e promuovere un nuovo spirito di comunità attraverso il recupero del patrimonio storico e architettonico. L’esperienza della città di Capizzi, partner del network Volunteering Cities guidato da Athienou, ha puntato sul rafforzamento delle sinergie con il mondo del volontariato, dell’associazionismo locale e del Terzo Settore attivando una serie di relazioni sul territorio decisive per favorire la coesione sociale.

In chiusura dei lavori le esperienze di Messina, Adelfia e Udine su politiche di inclusione sociale e integrazione. Messina, partner del Network Rumourless Cities guidato da Amadora, ha focalizzato la sua azione sullo sviluppo di una strategia volta a favore l’inclusione e l’integrazione, combattendo stereotipi e pregiudizi a partire dal coinvolgimento degli studenti e dei ragazzi del territorio.

Adelfia invece, che ha partecipato al network ONSTAGE coordinato da L’Hospitalet, ha lavorato sulla promozione della musica come veicolo di integrazione sociale sul territorio attraverso la valorizzazione delle orchestre giovanili. Diversa l’esperienza del comune di Udine, capofila del network The Playful Paradigm, che ha trasferito il suo modello di promozione del gioco come strumento per la rigenerazione urbana, la salute pubblica e la coesione tra diverse generazioni puntando su una serie di azioni itineranti e negli spazi pubblici della città.(gallo/petrelli)

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