• Febbraio 8, 2021
di Francesca Romagnoli

#ArteinComune

Civita di Bagnoregio, il borgo che non muore mai. E ora la candidatura a patrimonio Unesco 2022

E’ chiamata “La città che muore”, un simbolo del patrimonio da salvare, un piccolo borgo medievale accessibile soltanto a piedi. Il sindaco: "Una candidatura sostenuta da oltre cento personalità del mondo della cultura, dell’arte, della politica e dello sport, un lavoro svolto in sinergia con il Mibact, la Regione, la Provincia, la Società partecipata Casa Civita e molti Comuni della Teverina”
Civita di Bagnoregio, il borgo che non muore mai. E ora la candidatura a patrimonio Unesco 2022

E’ chiamata “La città che muore”, un simbolo del patrimonio da salvare, un piccolo borgo medievale accessibile soltanto a piedi.
E’ Civita di Bagnoregio, che in questi giorni ha raggiunto un traguardo per un piccola frazione: il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco ha approvato il suo paesaggio culturale come candidatura italiana da presentare all’esame del Comitato del Patrimonio Mondiale nel 2022. La designazione rappresenta una sfida per un territorio costantemente minacciato da forze naturali ma che è anche influenzato da aspetti sociali, culturali, urbani e architettonici, fenomeni che contribuiscono a renderlo un paesaggio culturale di straordinaria rilevanza.

Luca Profili, sindaco di Bagnoregio spiega: “Una candidatura, quella per il borgo, sostenuta da oltre cento personalità del mondo della cultura, dell’arte, della politica e dello sport, un lavoro svolto in sinergia con il Mibact, la Regione, la Provincia, la Società partecipata Casa Civita e molti Comuni della Teverina”. Una presenza turistica straordinaria, quella del territorio, “dove si contano, per il 2010, 40mila turisti l’anno, e oltre un milione di turisti nel 2019”, una crescita quantitativa che, secondo il sindaco, dovrà essere accompagnata ad una crescita qualitativa. E Profili precisa: “la resilienza di una comunità, di fronte al rischio di un evento franoso, di un terremoto, di guerre mondiali e della pandemia non ha scalfito la bellezza di un territorio e la voglia di rinascere”. Quindi conclude: “Con queste peculiarità dobbiamo essere più attenti ai temi dell’ambiente, dell’accoglienza turistica e della sostenibilità sui quali stiamo puntando”.


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