- Aprile 5, 2022
Terzo mandato
Pella: “Con approvazione legge si apre prospettiva per dignità e futuro dei sindaci”
Il vicepresidente vicario Anci commenta l’approvazione da parte del Senato del ddl relativo ai comuni con meno di 5mila abitanti“Il traguardo raggiunto oggi sarà particolarmente significativo per il Paese riguardando ben 5.521 enti, il 70% del totale, che governano più della metà del territorio nazionale, circa il 60%, con tutto il loro portato in termini di rischi ambientali, di spopolamento, di divario digitale ma anche di opportunità di sviluppo e crescita anche nell’ottica del PNRR”. Lo sottolinea Roberto Pella, vicepresidente vicario di Anci, in merito all’approvazione a larga maggioranza da parte del Senato del ddl di sua iniziativa che toglie l’obbligo dell’effettuazione del controllo di gestione per i Comuni con meno di 5mila abitanti ed introduce la possibilità di un terzo mandato consecutivo per i sindaci degli stessi piccoli Comuni. Resta aperta la questione di principio per tutti i Comuni ed i cittadini elettori rispetto alla libertà di scelta del proprio e più diretto rappresentante.
“Grazie al terzo mandato, fino ad oggi consentito solo per i Comuni con meno di 3mila abitanti, ulteriori 1.087 municipalità avranno questa opportunità, in una fase storica in cui – sottolinea Pella – purtroppo sono molti i territori per i quali non ci sono candidati”.
Il vicepresidente Anci si dice molto soddisfatto “per aver contribuito con la sua attività parlamentare a semplificare al massimo l’azione amministrativa dei sindaci visto che già dalla prossima tornata elettorale prevista per il 12 giugno 2022 potremo estendere questa possibilità, riflettendo un’istanza che i territori avanzano da tempo”.
“Il sindaco è un punto di riferimento per le nostre comunità, fondamentale per accrescere la fiducia nelle istituzioni come testimoniano tutti i sondaggi”, aggiunge Pella. “Bisogna investire su questo patrimonio di credibilità, a partire dal ruolo chiave dei Comuni nelle politiche di sviluppo e di crescita socioeconomica. Ridurre le incombenze per gli enti più piccoli – conclude – consentirà di liberare energie per far funzionare più rapidamente la macchina comunale orientandola verso gli obiettivi di mandato e i servizi ai cittadini”.