- Giugno 24, 2022
Cooperazione internazionale
Coopera 2022: la diplomazia delle città impegnata nella cooperazione allo sviluppo
L'Anci è stata protagonista della prima giornata di lavori di Coopera 2022, la Conferenza nazionale dedicata alla cooperazione allo sviluppo, promossa dal Maeci e dall'Aics, grazie agli interventi del presidente del Consiglio Nazionale Enzo Bianco e del Sindaco di Firenze e presidente Eurocities Dario Nardella
a cura di Moira Rotondo
L’Anci è stata protagonista della prima giornata di lavori di Coopera 2022, la Conferenza nazionale dedicata alla cooperazione allo sviluppo, promossa dal Maeci e dall’Aics, grazie agli interventi del presidente del Consiglio Nazionale Enzo Bianco e del Sindaco di Firenze e presidente Eurocities Dario Nardella.
Enzo Bianco ha ricordato il grande lavoro svolto dalla Cooperazione italiana ed in particolare dai Comuni, cui la legge 125/2014 assegna un ruolo da protagonisti, grazie al passaggio dalla cooperazione decentrata al partenariato territoriale. Ha ricordato l’esperienza del programma partecipativo Municipi senza frontiere promosso dall’Anci ed il lavoro svolto in seno al Comitato delle Regioni. In qualità di relatore del parere dedicato al nuovo partenariato mediterraneo ha potuto infatti portare all’attenzione delle istituzioni europee l’urgenza di adottare politiche volte al co- sviluppo dei paesi della sponda sud del Mediterraneo.
Dario Nardella ha ricordato invece il suo predecessore, Giorgio La Pira, Sindaco di Firenze negli anni della guerra fredda, il quale sosteneva che “un sindaco deve pensare a cambiare le lampadine e a promuovere la pace nel mondo”. Nel solco tracciato da La Pira, oggi i sindaci sono chiamati a tradurre la grammatica dei diritti in azioni politiche, utilizzando il soft power della city diplomacy. Le città infatti parlano un unico linguaggio a differenza delle cancellerie e proprio nelle città possono realizzarsi gli obiettivi dell’Agenda 2030. “Il mondo della cooperazione è seduto sul tesoro delle città, fatto da migliaia di sindaci ambasciatori e operatori di pace e democrazia”.
Coopera interpreta a pieno il senso della riforma del 2014 e si propone, con scadenza triennale, di accogliere i contributi di tutti i protagonisti della cooperazione internazionale allo sviluppo: istituzioni, ong, osc e mondo profit.
In primo piano le cinque “P” dell’Agenda 2030: pace, persone, prosperità, pianeta, partnership. Con una attenzione particolare alle drammatiche crisi in atto: Ucraina e Afghanistan.
Come ribadito dal Presidente Mattarella nel suo intervento d’apertura “senza pace non ci può essere sviluppo”.
Purtroppo la Viceministra Sereni ha confermato che nell’ultimo decennio il numero dei conflitti è triplicato causando emergenze umanitarie e mettendo in luce le fragilità della catena di approvvigionamento mondiale. La cooperazione allo sviluppo è chiamata a rispondere a queste emergenze in maniera flessibile ma decisa. Prevedendo risorse adeguate che debbono tendere sempre più verso lo 0,70 del reddito nazionale lordo, come ribadito da Ivana Barsotto, portavoce della Campagna070.
La legge 125 del 2014, infatti, definisce la cooperazione allo sviluppo parte integrante e qualificante della politica estera Italiana e ciò presuppone un adeguato stanziamento di risorse.