- Luglio 31, 2023
Welfare
Reddito di cittadinanza, dopo lo stop dell’Inps da Nord a Sud le preoccupazioni dei Comuni
Da Torino a Napoli, da Milano a Terrasini, e poi ancora Pesaro, Marsala, Empoli sono tanti i sindaci che chiedono rassicurazioni per evitare tensioni socialiDopo lo stop dell’Inps al Reddito di cittadinanza crescono tensioni e preoccupazioni che investono, da Nord a Sud, in prima persona i Comuni e i sindaci come già sottolineato al Corriere della Sera dal presidente di Anci, Antonio Decaro.
“La situazione è molto tesa – dice il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo – perché, sulla base di quello che stiamo rilevando nei nostri sportelli dei servizi sociali, sta mancando un’adeguata accompagnamento alla revoca e rimodulazione del reddito di cittadinanza”. Un sussidio da cui, secondo il sindaco, dipende “la tenuta sociale delle nostre città. Torino non fa eccezione, sicuramente la situazione non è quella di altre realtà del Paese, per esempio Napoli o altre città del Sud Italia, ma anche qui stiamo vedendo una preoccupante richiesta di servizi al Comune che in realtà non ha strumenti per potere intervenire e che quindi deve essere messo nelle condizioni di poterlo fare”.
Mentre da parte sua il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci ribadisce la necessità di trovare una soluzione per evitare tensioni sociali: “Da oggi avremo la fila di famiglie ai servizi sociali, e non abbiamo risposte perché senza risorse e senza personale. Il l reddito di cittadinanza andava riformato non abolito, non funzionava come inserimento nel mondo del lavoro, ma dava una risposta sociale nel contrasto alla povertà. Ora siamo senza riferimenti. Il Governo – ha aggiunto – stanzi subito risorse alternative altrimenti scoppieranno tensioni sociali soprattutto al Sud e nelle grandi città. E basta scaricare ogni questione su noi Sindaci. Prima il taglio del Pnrr sul dissesto, ora ci buttano addosso tutto il supporto alle famiglie. Non è una questione di destra o di sinistra”.
Nel Comune di Terrasini, Palermo, invece un uomo di 60 anni non più titolare del sussidio ha minacciato di dare fuoco agli uffici del sindaco. “Stanno passando dei messaggi distorti in questi giorni, in cui i percettori che si sono visti decadere il reddito di cittadinanza vengono sollecitati a rivolgersi ai Comune. È chiaro che i Comuni da soli, se non c’è uno strumento legislativo, se non c’è il governo, se non c’è un intervento della Regione, non possono essere in grado di aiutare tutte queste famiglie che hanno goduto del beneficio”. Dice il sindaco di Terrasini, Giosuè Maniaci, parlando poche ore dopo il tentativo di incendio del suo ufficio.
A Milano sono circa 3mila i percettori del Reddito di cittadinanza che rischiano di perderlo e che hanno ricevuto l’sms dell’Inps che li informa della sospensione, su un totale di circa 20mila, ma solo 680 risultano occupabili. Coloro che non risultano occupabili “sono persone che vivono una condizione di estrema fragilità – ha spiegato l’assessore al Welfare del Comune di Milano, Lamberto Bertolè – con bisogno di sostegno e accompagnamento. Quindi ne viene fuori uno spaccato di povertà assoluta nella nostra città che è aumentata come in tutta Italia. La misura del Reddito di cittadinanza con tutti i limiti ha comunque ridotto l’aumento della povertà assoluta, perché parliamo di persone fragili senza possibilità di rientrare nel mondo del lavoro e che hanno bisogno di sostegno”.
Anche il sindaco di Marsala, Massimo Grillo e la sua vice, Valentina Piraino, assessore alle politiche sociali esprimono preoccupazioni rispetto al taglio del reddito di cittadinanza: “Siamo preoccupati per quanto sta accadendo. Da parte nostra stiamo facendo quel che è possibile col settore politiche sociali per sfruttare tutte le possibilità di aiuto economico in favore dei più bisognosi, siamo nel contempo fiduciosi sull’attenzione che lo stesso governo riserverà agli ex percettori del reddito di cittadinanza. È chiaro comunque che il grande problema dovrà essere risolto a livello centrale”. E hanno poi aggiunto: “Stiamo promuovendo una ricognizione con i Centri per l’impiego al fine di avere contezza dell’effettiva ricaduta della legge sul nostro territorio. Già da mercoledì prossimo sarà attivato negli uffici dei servizi sociali uno sportello informativo per quanti hanno ricevuto il messaggio di sospensione del RdC dall’Inps e hanno, dunque, bisogno di informazioni e supporto sulle procedure da seguire emanate dal governo”.
Mentre a Napoli questa mattina c’è stata una manifestazione di protesta degli ex precettori del sussidio che non ha fatto comunque registrare particolari criticità come sottolineato dall’assessore al welfare Luca Trapanese all’ANSA “segno che la nostra campagna di comunicazione, avviata nei giorni scorsi, per spiegare cosa cambia e cosa fare ha funzionato”. Secondo i numeri riferiti, in città sono 170mila i percettori a cui è stato tolto il reddito di cittadinanza perché occupabili. “Chi ha perso il reddito di cittadinanza ed è ritenuto occupabile – ricorda Trapanese – cioè tra i 18 e i 59 anni di età, non ha persone disabili a carico e non ha minori a carico, potrà ricevere 350 euro al mese come supporto alla formazione al lavoro attraverso gli sportelli dei Centri per l’Impiego e l’Inps”.
A Vico del Gargano, in provincia di Foggia, si vivono “momenti difficili” come dice il sindaco Raffaele Sciscio. “Una nostra assistente sociale – spiega – ha vissuto momenti di apprensione, perché le aspettative e la tensione riversate inopinatamente sulle strutture comunali rischia di sfociare in episodi molto spiacevoli. Tra i cittadini ci sono rabbia e tensione”. “A Vico del Gargano – aggiunge – sono circa 450 le persone che finora hanno percepito il Reddito di cittadinanza”. Il sindaco chiede che Inps e Governo facciano chiarezza. Mentre Brenda Barnini, sindaco di Empoli ribadisce: “La preoccupazione espressa dall’Ordine degli Assistenti sociali, in merito alla sospensione del Reddito di cittadinanza, è identica a quella dei Comuni che dall’oggi al domani si sono ritrovati a dover far fronte a un disagio individuale scaricato totalmente su di loro. La modalità con cui il Governo ha deciso di realizzare questa mossa non accompagna le persone verso una prospettiva diversa, ma le lascia semplicemente prive di alcun tipo di sostegno, alla ricerca di risposte da parte delle amministrazioni e delle Società della salute”.