- Gennaio 28, 2020
Speciale - Città che legge
“Leggere appartenenze”, a Bologna la lettura diventa strumento di inclusione sociale e dialogo
Prosegue il nostro viaggio tra i progetti dei Comuni che si sono aggiudicati il titolo di "Città che Legge 2018". Oggi vi raccontiamo cosa sta facendo Bologna per la promozione della lettura con "Leggere appartenenze". L'assessore Matteo Lepore ci racconta il progetto (guarda il video)Prosegue il nostro viaggio tra le esperienze e i progetti dei Comuni che hanno vinto il Bando “Città che Legge 2018”: oggi parliamo della città di Bologna.
Promuovere la lettura “ad alta voce” in famiglia, valorizzare le biblioteche cittadine e i servizi per l’infanzia. Questo l’obiettivo di “Leggere appartenenze”, progetto coordinato dall’Istituzione Biblioteche e dell’Istituzione Educazione e Scuola (IES) del Comune di Bologna, che si propone di rendere accessibile la pratica della lettura ad alta voce ai bambini della fascia 0-6 anni e si rivolge alle famiglie attraverso i servizi educativi e culturali, luoghi in cui la lettura può farsi spazio di esperienza e incontro fra identità e bisogni differenti.
“Nei nidi e nelle scuole d’infanzia di Bologna – racconta Matteo Lepore, assessore alla cultura, promozione della città, sport, immaginazione civica e patrimonio – circa quattro bambini su 10 sono di nazionalità non italiana. Sono, invece, 200 circa quelli con disabilità certificata. Valorizzare la lettura ad alta voce, anche in lingua non italiana e porre attenzione alle disabilità e alle differenti modalità con le quali si entra in contatto col libro è, dunque, prioritario”.
La lettura diventa così lo strumento per favorire il dialogo e il radicamento, fare fronte a situazioni di deficit, compensare retroterra culturali svantaggiati e concorre alla formazione di una cultura del rispetto e della condivisione.
Il progetto “Città che legge” è promosso dal Centro per il Libro e la Lettura del Mibact (www.cepell.it), in collaborazione con Anci.
Guarda il video di Matteo Lepore.