- Marzo 2, 2021
Condanna Appendino
Sono 3747 i sindaci che hanno firmato l’appello di Decaro al Parlamento
I sindaci chiedono una revisione legislativa del testo unico degli enti locali: da Raggi a Nardella, da Sala a Brugnaro, da de Magistris a Truzzu, da Pella a Locatelli. Centinaia di sottoscrizioni dai sindaci di Comuni piccoli e grandi di tutta Italia. “Non chiediamo immunità o impunità. Ma possono i sindaci rispondere penalmente e personalmente di valutazioni non ascrivibili alle loro competenze?” La raccolta delle adesioni continuaLa condanna della sindaca di Torino, Chiara Appendino, per i fatti di piazza San Carlo, ha provocato una reazione corale e immediata dei sindaci italiani: in 3746, nello spazio di poche ore, hanno sottoscritto un appello del presidente dell’Anci, Antonio Decaro, per sollecitare il parlamento a una revisione del Tuel. Tra loro i sindaci di Comuni grandi e piccoli, del Sud e del Nord, amministratori di ogni orientamento politico: dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, a quello di Milano, Beppe Sala, dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a quello di Cagliari, Paolo Truzzu, dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Aderiscono i sindaci di tutti i capoluoghi, da Monza (Dario Allevi) a Novara (Alessandro Canelli) da Prato (Matteo Biffoni) a Messina (Cateno De Luca), a Lecce (Carlo Salvemini).
Tantissime le firme di sindaci di Comuni piccoli e piccolissimi, piemontesi e sardi, abruzzesi e veneti, siciliani e lombardi. Tra loro anche il sindaco di Chiuduno e responsabile degli enti locali della Lega, Stefano Locatelli, e il sindaco di Valdengo e vicepresidente vicario dell’Anci, Roberto Pella. A cui si aggiunge l’invito ai colleghi under 36 del coordinatore nazionale di Anci Giovani e sindaco di Montecatini Terme, Luca Baroncini .
Non una semplice iniziativa di solidarietà, quindi, ma una chiamata all’azione.
“Non chiediamo immunità o impunità – è scritto nell’appello – non dubitiamo del lavoro dei magistrati e rispettiamo il dolore dei parenti delle vittime. Ma domandiamo: possono i sindaci rispondere personalmente e penalmente di valutazioni non ascrivibili alle loro competenze? Possono essere condannati per aver fatto il loro lavoro?”