• Novembre 21, 2019
di Federica Demaria

#Anci2019

“La città che collabora” per la co-progettazione di policy di crescita

Cosa serve per avvicinare i cittadini alla Pubblica Amministrazione? Questa è solo una delle domande poste ai sindaci e imprenditori che hanno partecipato al secondo panel “La città che collabora” della giornata conclusiva della XXXVI Assemblea annuale dell'Anci
“La città che collabora” per la co-progettazione di policy di crescita

AREZZO – Cosa serve per avvicinare i cittadini alla Pubblica Amministrazione? Questa è solo una delle domande poste ai sindaci e imprenditori che hanno partecipato al panel “La città che collabora”.
Secondo Luca Baroncini, Coordinatore Nazionale Anci Giovani e sindaco di Montecatini Terme “la città che collabora è città che partecipa, quindi bisogna sì puntare sui social network ma questi non devono essere utilizzati solo per la partecipazione alla fine del processo decisionale. Si deve coinvolgere a monte del processo”.
“In tal senso – ha detto Baroncini – Anci ha sempre dato un segnale importante e nel Manifesto di Olbia dei Giovani Amministratori, si parla proprio di co-progettazione. La partecipazione quindi ha a che fare con un maggiore protagonismo delle persone”, ha concluso.
Andrea Falessi, presidente Openfiber ha sottolineato come il Piano Bul sia stato pensato per colmare il digital divide in aree in cui per motivi di scarsa densità i grandi imprenditori avevano in passato dichiarato di non voler agire.
Collaborare, collaborare, collaborare è il mantra di Pietro Guindani, presidente ASSTEL. “Se portiamo la banda larga nei Comuni avviciniamo le imprese ai mercati, incentiviamo i flussi turistici, i giovani ai centri di formazione e via dicendo. Questa è la vision ma servono infrastrutture: dalla fibra alla struttura del 5G tutte premesse che per essere attuate hanno bisogno della collaborazione fattiva di Stato e imprese, sia grandi sia piccole.
“Solo così – ha detto Guindani – si può contrastare l’urbanizzazione forzata e si può avere la possibilità di sceglie di rimanere sul territorio. Collaborare è più facile a dirsi che a farsi”, pertanto l’appello è alla semplificazione burocratica e alla maggiore informazione sul territorio.
Ma la città che collabora non è solo legata alla digitalizzazione. Con Maurizio Mangialardi si è parlato di sisma.
“Nei territori devastati dal sisma non ci sono segni di ricostruzione e quando penso alla città che collabora penso ai sindaci che nella fase di emergenza hanno dato speranza e prospettiva. “Quell’evento – ha detto Mangialardi – ha colpito le aree interne che già soffrono di spopolamento e difficoltà e oggi dopo tre anni non si sono dati segni e quindi lo spopolamento è solo acuito”. Cosa serve? “Serve un confronto vero con il governo sul decreto Sisma per ricostruire in maniera semplice, pur investendo anche in digitalizzazione”.
Per Emilio Del Bono, sindaco di Brescia, il tema della città collabora ha a che vedere con la qualità della democrazia che deve essere sempre più partecipata e orizzontale”.
“Coinvolgere maggiormente i cittadini è importante per allargare la democrazia e migliorare la collaborazione e questo processo si può mettere in atto con i Consigli comunali e imparando ad ascoltare le istanze delle persone. Comune come connettore di idee e cassa di risonanza per le stesse”, è la posizione della sindaca di Mirano, Maria Rosa Pavanello.
Per Maurizio Gambini, sindaco di Urbino la parola chiave è impresa, “primo patrimonio pubblico di questo Paese senza la quale non esiste nulla”. Una posizione condivisa dal sindaco di Campobasso Roberto Gravina che si è concentrato sull’importanza di dare opportunità e lavoro ai giovani per arginare la fuga dal Paese e in particolar modo dai Comuni più piccoli. E sempre sul tema lavoro anche il sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti ha sottolineato che “bisogna rendere competitivo il territorio con la digitalizzazione e puntando sulla collaborazione e la partecipazione dei cittadini”.
Infine, per Jacopo Massaro, sindaco di Belluno ha rimarcato: “C’è un grande disallineamento tra numero delle responsabilità e potere dei sindaci nel poterli risolvere” pertanto non solo serve maggiore semplificazione burocratica ma anche avere maggiore consapevolezza che il rilancio del Paese passa necessariamente dai Comuni che in tal senso devono essere protagonisti.

Leggi gli interventi del primo panel su “Il Futuro che ci (a)spetta”