• Ottobre 23, 2024
di Redazione Anci

Pari opportunità

Incontro con esperti Grevio, Terranova: “Strategia condivisa per contrastare violenza donne”

La sindaca di Termini Imerese e vicepresidente di Anci, Maria Terranova è intervenuta all’incontro con il Gruppo di esperti sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (GREVIO)
Incontro con esperti Grevio, Terranova: “Strategia condivisa per contrastare violenza donne”

“Uno degli aspetti centrali della Convenzione di Istanbul riguarda, certamente, il coordinamento tra tutte le parti interessate: istituzioni pubbliche, enti privati e organizzazioni della società civile, coordinamento essenziale per garantire un’efficace risposta integrata e multi-settoriale al fenomeno della violenza contro le donne”. È quanto ha sottolineato la sindaca di Termini Imerese e vicepresidente di Anci, Maria Terranova intervenendo all’incontro con il Gruppo di esperti sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (GREVIO) che ha avviato la prima valutazione sul tema “Building trust by delivering support, protection and justice” (“Costruire fiducia, garantendo supporto, protezione e giustizia”), inviando un questionario agli Stati firmatari.
Il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha coordinato la raccolta delle risposte al questionario coinvolgendo le diverse amministrazioni interessate. Dal 23 al 31 ottobre i rappresentanti del GREVIO sono impegnati in incontri con le diverse amministrazioni coinvolte e i responsabili del coordinamento, attuazione, monitoraggio e valutazione delle politiche di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne.

Diversi Comuni – ha spiegato Terranova nel suo intervento – hanno già adottato strategie integrate sulle Pari opportunità e contro la violenza maschile sulle donne ben 262 hanno aderito al Patto dei comuni per la parità e contro la violenza di genere in forza del quale le sindache e i sindaci hanno assunto impegni su 11 azioni determinate con l’identificazione di obiettivi che vadano oltre il loro mandato, instaurando un coordinamento, tra gli aderenti in Anci, finalizzato anche allo scambio di buone pratiche”.

“Consapevoli della necessità di politiche integrate, come Anci, abbiamo sempre sottolineato, quale errore del Governo nazionale, quello di proporre strategie separate: L’Italia – ha chiarito la vicepresidente – si è infatti dotata di due strategie diverse, una strategia sulle pari opportunità e un’altra sulla violenza maschile contro le donne con duplicazioni di cabine di regie e osservatori. Negli ultimi dieci anni di attuazione delle politiche di contrasto alla violenza di genere i Comuni italiani hanno sempre proposto di sostenere finanziariamente i Piani locali contro la violenza maschile sulle donne senza, però, ottenere alcun significativo risultato e con una limitazione forte degli effetti degli stessi Piani locali che vengono sostenuti con limitate risorse a carico dei bilanci degli enti comunali.”

Secondo Terranova l’Asse Protezione, sancito dalla Convenzione di Istanbul, in Italia, “continua, quindi, a tradursi, come mera attività di accoglienza e assistenza, basata per lo più su enti di terzo settore che non godono di finanziamenti stabili e che si scontrano con condizioni di servizio differenti tra le diverse regioni”.

Per dare vita ad un vero Sistema di protezione “é necessario, invece, superare le esperienze frammentate e non omogenee a livello territoriale investendo con risorse nazionali su interventi integrati a livello territoriale che fanno capo ai Comuni, favorendo la presa in carico da parte dei servizi sociali (di competenza comunale) con un dialogo strutturato con i CAV, le Aziende sanitarie, gli sportelli di orientamento al lavoro (di competenza territoriale) e i servizi abitativi (di competenza comunale) al fine di promuovere azioni che affianchino, alla prima assistenza, la promozione di percorsi di fuoriuscita dalla violenza autonomi e sostenibili”.

Si ritiene quindi che l’Autorità nazionale debba impegnarsi per traghettare l’attuale variegata presenza di numerosi soggetti che a vario titolo si occupano di violenza maschile contro le donne per arrivare a definire un Sistema di Protezione nazionale e decentrato con un apporto significativo dei Comuni italiani in una alleanza Centro-territorio”. Nel suo intervento Terranova ha poi ribadito: “Abbiamo sottolineato, ancora una volta, i tempi eccessivamente lunghi nella erogazione del Reddito di Libertà e l’insufficienza delle risorse che non riescono neppure a rispondere al 50% del fabbisogno certificato, come emerge dal report di INPS ad agosto 2024”.
“Abbiamo anche sottolineato – ha proseguito – che per dare un contributo concreto è necessario, innanzitutto, stabilire un metodo chiaro e condiviso di lavoro. Bisogna ripartire dalla Strategia, dalle priorità, dagli indici e dai target e, soprattutto, dalle funzioni dell’Osservatorio che dovrebbe monitorare in maniera integrata il prosieguo della Strategia e individuare le possibili nuove azioni da promuovere. In mancanza di report periodici con dati chiari diventa difficile se non impossibile garantire la piena attuazione sui territori che è l’obiettivo verso il quale tutti dovremmo tendere. Per questo – ha concluso Terranova – è indispensabile un metodo di lavoro chiaro e condiviso: meno organismi, meno frammentazione di Strategie, ma più confronto e lavoro concreto e integrato”.