• Marzo 25, 2023
di Giuseppe Pellicanò

#ancigiovani2023

Giovani, politica e P.a., un rapporto a cui ridare valore, proposte e idee a confronto coi deputati

Gli interventi di: Maria Elena Boschi, Ida Carmina, Maria Anna Madia, Fabio Roscani, Luca Toccalini e Piergiorgio Cortellazzo
Giovani, politica e P.a., un rapporto a cui ridare valore, proposte e idee a confronto coi deputati

TREVISO – I giovani, la politica, la P.a. un rapporto a cui ridare valore: questo il tema dell’ultimo panel operativo che svoltosi alla XII Assemblea di Anci Giovani che si chiude oggi a Treviso. “L’astensionismo è un fenomeno in forte crescita negli ultimi anni ed interessa i giovani in percentuale maggiore degli elettori anziani”, ha ricordato Luca Baroncini, coordinatore nazionale di Anci Giovani, introducendo l’ultimo panel di discussione con la partecipazione di alcuni deputati di tutte le forze politiche.

“Questo dato deve far riflettere e forse nasce anche dalle difficoltà concrete di tipo burocratico con cui si devono confrontare i giovani amministratori.  Tuttavia, sono convinto che ci siano le strade da percorrere per rendere di nuovo attrattiva l’attività politica e la P.a. La meritocrazia può sbloccare l’accesso dei giovani nei ruoli politici, mentre la sburocratizzazione è essenziale per favorire il ricambio delle strutture amministrative”,  ha evidenziato Baroncini.

“Impegnarsi in politica richiede passione, dedizione ma anche competenza, questo servizio non va visto come il rifugio di chi non è riuscito a fare altro nella vita”, ha sottolineato Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva. A suo parere tra le prime cose da fare per ridurre la progressiva disaffezione dei giovani vi è la costruzione di un nuovo rapporto tra politica e magistratura.

“I sindaci possono accettare anche di essere pagati poco per svolgere un servizio alla comunità. Ma quando questo impegno comporta rischi eccessivi, molti giovani si guardano bene dall’entrare in politica”.
Per Ida Carmina, deputata M5S, invertire la tendenza che fa registrare forti tassi di astensione tra i giovani è possibile. “Più che di disaffezione parlerei di disamore: i giovani non ritengono più credibile la politica perché ormai diffidano che essa possa fornire loro le risposte che si aspettano per il loro futuro”. Come uscirne allora? “Iniziamo a dare più spazio alle giovani generazioni in una società come quella italiana che è sempre più gerocratica, con gli ‘anziani’ che continuano a non volersi fare da parte”. Mentre nella Pa. “iniziamo a riflettere in modo concreto: il vero problema non è solo l’invecchiamento dei dipendenti ma soprattutto il modo per favorire l’ingresso dei giovani”.

Secondo Maria Anna Madia (PD-IDP) “non c’è in gioco una competizione elettorale, ma il senso più profondo delle nostre democrazie che si fondano su un patto di rappresentanza che rischia una torsione pericolosissima quando il mandato di rappresentanza diventa troppo esiguo perché coloro che si sentono rappresentati diventano sempre meno”. Per questo “non esiste una soluzione unica, ma possiamo cominciare da cose concrete, ad esempio, evitando meccanismi di astensionismo involontario come quello prodotto da una mancata regolamentazione del voto dei fuori sede. La scorsa legislatura eravamo ad un passo dall’approvazione e per questo ho ripresentato immediatamente il disegno di legge. Consentire ai fuori sede di votare nel posto dove vivono è un fatto di democrazia”. Infine, un monito al governo: “Sul PNRR troppe critiche su presunti ritardi attuativi e ora il ministro Zangrillo dà la colpa alla burocrazia. Come opposizione continueremo a chiedere al governo una relazione continuativa e di sostanza sull’attuazione del piano”, ha concluso.

Ancora più netta l’opinione di Fabio Roscani, deputato FDI e promotore dell’intergruppo parlamentare per le politiche giovanili. “La disaffezione dei giovani non è verso la politica e l’idea di impegnarsi per la società. Riguarda piuttosto l’atteggiamento di una certa politica che non riconosce i giovani e che li percepisce come un problema e non come la soluzione del problema. Lo dimostra – ha sottolineato – la presenza e la partecipazione dei giovani amministratori in questa due giorni qui a Treviso”. Quanto poi all’idea del neocostituito intergruppo parlamentare, “In un paese dove negli ultimi cinque anni 250 mila under 35 hanno preferito emigrare per trovare la propria strada di vita, mi è sembrato quanto meno doveroso accendere i riflettori sui problemi dei giovani. Dalla riflessione comune vogliano costruire politiche attive che diano ai giovani di potersi sentire realizzati in Italia, piuttosto che andare via”.

“Perché i giovani si sono disaffezionati alla politica?”, si è chiesto Luca Toccalini deputato della Lega e responsabile giovani del partito. “E’ un processo di lungo corso, che dura da troppo tempo, e credo che la colpa sia della gestione spesso corporativista di partiti e amministrazioni che non hanno lasciato spazio a ragazzi di valore col desiderio di far del bene per le proprie comunità. Per poter invertire la rotta serve tornare ai valori, alle nobili identità dei partiti.

Oggi abbiamo un Governo per il quale, le politiche giovanili sono una priorità per tornare a coinvolgere i nostri ragazzi nella cosa pubblica. Rispetto a noi, voi siete avvantaggiati. La prima istituzione, quella più vicina ai cittadini, è il Comune e come giovani amministratori avete il vantaggio di vivere i vostri territori nella quotidianità, di conoscere in primis le ragazze e i ragazzi e di poter parlare con loro delle prospettive che desiderano per la propria città”.

Infine, Piergiorgio Cortellazzo, deputato di Forza Italia. “Di fronte alle troppe regole e ad alle complicazioni quotidiane, spesso un giovane si spaventa e non ci prova neanche ad entrare in politica. La riflessione da fare – ha evidenziato – riguarda la sburocratizzazione e la semplificazione. Non esiste una ricetta mirata per favorire il ricambio generazionale”.