• Novembre 24, 2022
di Giuseppe Pellicanò

#Anci2022

Dalle esperienze dei territori alla proposta: il contributo degli amministratori per la ripartenza

Confronto di opinioni tra i sindaci di Pisa Michele Conti, Cantù Alice Galbiati, Ferrara Alan Fabbri, Pessano con Bornago Alberto Villa, Castel del Giudice Lino Gentile, Imperia Claudio Scajola, Vicepresidente dell’Associazione, Civitavecchia Ernesto Tedesco e Stefano Locatelli vicesindaco di Chiuduno e vice presidente Anci
Dalle esperienze dei territori alla proposta: il contributo degli amministratori per la ripartenza

BERGAMO – La ripartenza del Paese, dopo gli anni bui della pandemia e di fronte alle sfide di un’economia di guerra passa dai territori e dalle esperienze realizzate in questi anni dalle amministrazioni locali. Su questa lunghezza di onda si sono ritrovati con accenti diversi i relatori che hanno animato il dibattito della giornata conclusiva della 39esima Assemblea, moderato da Danilo Moriero responsabile della comunicazione Anci.
“I Comuni possono fare molto sul terreno della difesa delle tipicità territoriali. Come Anci siamo pronti ad intraprendere una battaglia per sensibilizzare i Comuni nel contrasto della diffusione dei cibi sintetici”. Lo ha evidenziato Stefano Locatelli Vicesindaco di Chiuduno e Vicepresidente Anci con delega alle politiche agricole. “I sindaci hanno un ruolo centrale nel favorire il connubio tra amministrazioni ed associazioni presidio delle tipicità territoriali in questa azione quotidiana. L’Italia – ha aggiunto – ha la sua specificità riconosciuta e riprodotta nel mondo proprio in questa sua complessità e diversità territoriale che dobbiamo preservare e rilanciare nel futuro con azioni mirate e concrete”.
Da parte sua Michele Conti, sindaco di Pisa e delegato alla Polizia municipale, ha posto l’accento sulla necessità di rilanciare il ruolo e le funzioni della polizia locale. “Non dobbiamo solo puntare ad aumento degli organici notevolmente ridotti negli ultimi anni, raggiungendo una sorta di proporzione fissa tra popolazione residente ed agenti presenti sul territorio”, ha spiegato il sindaco pisano. Ma “anche lavorare per una effettiva riqualificazione e formazione soprattutto delle figure apicali e di responsabilità”. La vera sfida per raggiungere questi risultati “passa da una vera riforma della legge di impianto che i sindaci e gli amministratori locali auspicano da tanto tempo”.
“Dobbiamo andare avanti nella battaglia per una legge sulla rigenerazione urbana che sia in grado di rilanciare il territorio. Come Anci siamo a disposizione del governo per una riforma che sia in grado di rigenerare l’Italia”. Così Alberto Villa Sindaco di Pessano con Bornago e delegato alla rigenerazione urbana nel suo intervento alla tavola rotonda. Per Villa in questo percorso bisogna puntare sulla centralità dei Comuni che si è rivelata decisiva nella partita del Pnrr a dispetto di ogni aspettativa iniziale. “Se il Parlamento vuole arrivare ad una legge di riforma che funzioni deve sedersi al tavolo con noi sindaci che siamo coloro che conoscono meglio le esigenze dei territori. Solo così riusciremo a vincere la sfida dopo che per tre volte nella scorsa legislatura la legge di riforma non è arrivata in porto”.

Di tenore leggermente diverso l’opinione espressa dal sindaco di Ferrara Alan Fabbri, intervenuto anche nel suo ruolo di delegato Anci alle Politiche istituzionali, Riforme ed Autonomie. A suo parere la vera sfida sarà quella di “portare avanti la riforma delle autonomie locali tornata al centro del dibattito politico”. Bisognerà farlo dando “seguito alle parole del Capo dello Stato che ha indicato nella diversità territoriale nell’unione del Paese la vera cifra dell’Italia delle autonomie”. Solo in questo modo – ha aggiunto Fabbri – riusciremo a dare le risposte richieste quotidianamente dai nostri cittadini. Ma soprattutto realizzando la riforma delle autonomie riusciremo a imprimere un passo in avanti a tutto il Paese.
Di riforme ha parlato anche Claudio Scajola, sindaco di Imperia e Vicepresidente Anci. “La legge Delrio che ha abolito le province puntava alla semplificazione dei livelli istituzionali ma è partita da un presupposto inverso rispetto alle esigenze concrete. Vanno riformate le competenze delle Regioni che devono tornare ad essere solo enti programmatori; e al contempo va rafforzato il ruolo degli enti periferici che devono essere sempre di più e solo enti di gestione”. In questo senso per Scajola le province possono “giocare un ruolo decisivo nel coordinare i piccoli Comuni, coloro che hanno maggiormente sofferto il venir meno delle province che al momento sono enti che sono e che allo stesso tempo non sono”.
“Il porto non deve restare un’isola a sé, quasi un secondo comune all’interno dei Comuni che ospitano le autorità portuali”, è stato invece l’appello lanciato dal sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco che in Anci segue le tematiche delle Città Portuali. “I sindaci devono essere maggiormente coinvolti nelle scelte e nelle decisioni delle autorità che spesso – ha osservato Tedesco – siamo quasi costretti a subire”. Così come “deve esserci maggiore collaborazione con le altre istituzioni statali, ad iniziare le Soprintendenze, per arrivare con concretezza a realizzare le opere infrastrutturali in modo celere, senza tralasciare gli interessi dei cittadini e delle associazioni”.
“Le aree interne possono essere una risorsa strategica per il futuro italiano. Per anni sono state lasciate ai margini del processo di sviluppo nazionale e questo ha permesso loro di preservare un capitale ambientale e patrimoniale, ora possono tornare molto utili a tutto il Paese”. Questa la proposta lanciata da Lino Gentile Sindaco di Castel del Giudice e delegato Anci Aree interne. “Come ha ricordato più volte il Capo dello Stato – ha aggiunto – i Comuni montani non possono essere visti come un peso, quanto piuttosto come presidi essenziali a tutela di servizi pubblici come scuola, sanità e mobilità che vanno garantiti a tutti per Costituzione”. Anche nella sfida del controesodo le aree interne per Gentile hanno un ruolo strategico. “Il lavoro può essere l’unico antidoto a questo problema: gli enti locali non possono limitarsi solo a ‘frenare’ la fuga dai piccoli centri, ma devono avere i mezzi per trattenere le persone sul territorio”.
Infine, Alice Galbiati, giovane sindaco di Cantù che si è soffermata sul tema della formazione. “Fare il sindaco è un mestiere che si impara sul campo ma per il quale bisogna seguire un percorso mirato di formazione, non ci si può improvvisare”, ha detto riportando la sua esperienza personale. “Quando sono stata chiamata a svolgere questo incarico per la mia comunità ho scelto di completare il mio percorso di studi frequentando un corso Forsam organizzato da Anci. La mia proposta è quella che il governo riesca a dedicare fondi mirati per la formazione dei giovani amministratori”, ha concluso.

Leggi gli interventi dei sindaci della prima giornata