• Ottobre 4, 2018
di Angela Gallo

Comitato delle Regioni

Comitato delle Regioni, parla Marco Dus (V. Veneto) su parere per Programma per l’ambiente e clima

Sport, ambiente e istruzione digitale saranno i temi dei pareri che i rappresentanti della delegazione italiana al Comitato delle Regioni discuteranno il 10 ottobre a Bruxelles. Per la prima volta, ci saranno tre relatori italiani, tra cui il consigliere comunale di Vittorio Veneto Marco Dus
Comitato delle Regioni, parla Marco Dus (V. Veneto) su parere per Programma per l’ambiente e clima

Sport, ambiente e istruzione digitale saranno i temi centrali dei pareri che i rappresentanti della delegazione italiana al Comitato delle Regioni discuteranno il 10 ottobre a Bruxelles, nel corso dei lavori della plenaria. Un importante appuntamento che vede protagonisti, per la prima volta, tre relatori italiani: il vice presidente vicario di Anci e sindaco di Valdengo Roberto Pella, il consigliere comunale di Vittorio Veneto (Treviso) Marco Dus e il presidente della provincia di Avellino Domenico Gambacorta. Abbiamo intervistato i relatori per scoprire obiettivi e opportunità dei parerei che saranno presentati.
Il consigliere comunale di Vittorio Veneto, Marco Dus, ci racconta il suo progetto di parere sulla “Proposta di regolamento che istituisce un programma per l’ambiente e l’azione per il clima (Life)” che illustrerà il 10 ottobre a Bruxelles.
Come nasce il progetto del suo parere? E quali gli obiettivi?
Il parere da me redatto ha l’obiettivo di valorizzare le esperienze degli enti locali e regionali (come le buone pratiche del Patto dei sindaci) ma prevede anche una richiesta di aumento budget destinato al programma Life: unico programma gestito dalla Commissione europea totalmente dedicato all’ambiente. Il parere ribadisce che il programma LIFE ha un rilevante impatto diretto per gli enti locali e regionali, in quanto contribuisce a preservare la biodiversità, migliorando la qualità ambientale e contribuendo, quindi, a ridurre e mitigare gli effetti drammatici causati dal cambiamento climatico, contro cui gli enti locali e regionali combattono in prima linea. Il parere affronta anche il tema della necessaria mobilitazione di capitali privati per gli investimenti ambientali. Per questo chiedo alla Commissione di fornire maggiori chiarimenti sulle ‘operazioni di finanziamento misto’ e sui risultati ottenuti dai progetti pilota finanziati nel corso del programma LIFE 2014-2020.
Perché il programma Life rappresenta una importante occasione di sviluppo locale?
Il programma LIFE esiste dal 1992 e ha cofinanziato più di 4.500 progetti in tutta l’Unione e nei Paesi terzi, mobilitando oltre 9 miliardi di euro e contribuendo con più di 4 miliardi di euro alla protezione dell’ambiente e del clima. Grazie agli oltre 4500 progetti, che coinvolgono cittadini, ONG, enti pubblici, imprese e altri attori, le persone costituiscono uno dei punti di forza del programma. Sono, inoltre, oltre 17 mila i posti di lavoro nati grazie al programma: una cifra che da sola non rende giustizia all’enorme valore aggiunto creato anche in termini di qualità, perché il nostro riuscito mix di progetti ha avuto un forte impatto e ha contribuito davvero ad aiutare i cittadini. Siamo riusciti anche in Italia a dimostrare che la protezione della natura non ostacola lo sviluppo economico, che il nostro impegno è mirato alla tutela di un vero e proprio capitale naturale.
Che emendamenti ha proposto?
Pur avendo la Commissione previsto un aumento di budget, non ho potuto ignorare il fatto che questo aumento corrisponde anche ad un allargamento dei temi finanziabili dal futuro programma LIFE. Per questo ho predisposto un emendamento che chiede un ulteriore aumento del budget, soprattutto per i sottoprogrammi per le azioni di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e per l’economia circolare. La proposta di emendamento che abbiamo presentato mira a raggiungere un reale aumento del budget del 60 per cento rispetto al programma LIFE 2014-2020. Un programma, dunque, che va valorizzato per favorire lo scambio, la diffusione e la replicabilità dei progetti di successo, sfruttandolo anche come catalizzatore per attrarre ulteriori fondi (privati e pubblici, a partire dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale).


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