- Aprile 22, 2015
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Chiusura uffici postali – Anci Emilia Romagna, confronto per fare il punto sul ridimensionamento della rete
Si è tenuto ieri, 21 aprile 2015, presso la sede di ANCI Emilia-Romagna, un incontro sul Pian...Si è tenuto ieri, 21 aprile 2015, presso la sede di ANCI Emilia-Romagna, un incontro sul Piano di riordino degli uffici postali presentato da Poste italiane Spa. Alla riunione, presieduta da Fabio Fecci, Vice Presidente Vicario ANCI Emilia-Romagna, erano presenti Massimo Castelli, Coordinatore Nazionale piccoli Comuni, Gianni Melloni, Direttore ANCI Emilia-Romagna e Antonio Gioiellieri, Coordinatore Segretari/Direttori delle ANCI regionali, nonché diversi amministratori in rappresentanza dei comuni interessati dal piano di riordino di Poste Italiane SpA.
Il Direttore Melloni e il Coordinatore dei Direttori/Segretari delle ANCI regionali, Gioiellieri, hanno illustrato lo stato degli incontri sia a livello regionale che nazionale. In particolare dall’incontro tra il Coordinamento dei direttori/Segretari delle ANCI regionali e il Responsabile Relazioni Istituzionali di Poste Italiane, svoltosi il 9 aprile scorso a Roma, è emerso che Poste Italiane considera i tavoli regionali come luoghi in cui esaminare eventuali errori di applicazione della delibera dell’Autorità di Garanzia nelle Comunicazioni (del giugno 2014) che possano essere rinvenuti nel Piano di razionalizzazione degli uffici postali e in cui presentare i servizi alternativi (tra cui il così detto “postino telematico”) alla chiusura o alla riduzione dell’orario degli uffici stessi.
Il fatto che Poste non consideri i Tavoli regionali come Tavoli di “negoziato” è la prova che Poste ritiene non modificabile il piano, se non per correggere gli “errori”. Ma anche per “aiutare” Poste a correggere eventuali errori occorre avere l’elenco dettagliato degli uffici e dei Comuni interessati, dei criteri utilizzati nel provvedimento di chiusura e la notifica del provvedimento di proroga: su questo a tutt’oggi non abbiamo avuto nessun riscontro a livello regionale. Questa intransigenza, deprecabile da parte di un’azienda che eroga un servizio universale e il cui unico azionista è lo Stato, insieme all’opacità sulla data in cui Poste renderà operativo il piano (il 13 aprile è passato), richiede che il Tavolo regionale venga riconvocato dalla Regione in altre condizioni sia in quanto metodo di confronto che nella disponibilità, completa, dei dati.
”Il servizio postale ha una valenza soprattutto sociale – afferma Fabio Fecci – ed è assolutamente necessario che venga mantenuto inalterato l’assetto organizzativo degli uffici postali che hanno già subito riduzioni di orari ed aperture, lavorando eventualmente sulle razionalizzazioni di quanti ancora sono attivi a pieno regime e garantendo quei servizi fondamentali come la riscossione delle pensioni. Questo è l’unico margine di trattiva che i Comuni possono accettare. Cercheremo di mediare con Poste Italiane e qualora la loro posizione rimanesse di chiusura alle istanze portate avanti, noi Sindaci, a difesa dei cittadini, ci faremo promotori di varie iniziative utili alla protesta”.
Massimo Castelli ha illustrato il documento della Consulta Nazionale dei Piccoli Comuni evidenziando il fatto che i più colpiti dal piano di riordino degli uffici postali sono ancora una volta i piccoli e medi comuni. “Bisogna prendere coscienza che questo va considerato come altri un servizio fondamentale per questi territori – afferma Castelli, ricordando che per oltre 5.000 comuni verrà ridotto anche il servizio di recapito della posta. “Poste Italiane – continua Castelli – è diventato un colosso della finanza e vede come un peso l’erogazione del servizio postale universale. E’ importante che lo Stato dia i contributi per i servizio postale solo ai territori più in difficoltà. Come ANCI Nazionale abbiamo chiesto un incontro con il Governo, un ulteriore incontro con Poste Italiane e come ultima istanza, non si esclude, l’organizzazione di una manifestazione di carattere nazionale”.
Diversi sono poi i Sindaci e gli amministratori presenti all’incontro che hanno manifestato la loro contrarietà, tra i quali Luca Prandini, Sindaco di Concordia sulla Secchia (MO), comune all’interno del cratere sismico, il quale ha posto la questione delle chiusure previste anche nei comuni colpiti dai terremoti del 2012 e sottolinea l’importanza del servizio postale come un diritto sociale per tutti i cittadini, soprattutto nei territori già colpiti da altre problematiche.
In conclusione, Massimo Castelli, ha proposto di chiedere, come ANCI, alla Regione Emilia-Romagna di convocare un incontro con tutti i Sindaci dei Comuni interessati, con preghiera di allargare l’invito anche ai capigruppo di tutti i gruppi consiliari regionali e ai parlamentari della regione.Tale incontro è da intendersi come preparatorio di una nuova sessione del Tavolo regionale, sessione da aprire, in tempi rapidi e utili, avendo la garanzia che Poste italiane renda esplicito, in una sede collegiale, l’elenco degli uffici e dei Comuni interessati, i corrispondenti carichi di lavoro e la proposta aziendale, caso per caso, dei servizi alternativi. (com)