• Marzo 21, 2023
di Giuseppe Pellicanò

#30annisindacieletti

Bianco: “Riforma abuso ufficio per consentire ai sindaci governo sereno delle città”

Il presidente del C.n. Anci al convegno “Una democrazia matura” sui trent’anni della legge 81, con gli ex sindaci Valentino Castellani, Letizia Moratti e Francesco Rutelli
Bianco: “Riforma abuso ufficio per consentire ai sindaci governo sereno delle città”

“La legge 81 assicura da trent’anni ai sindaci la possibilità di governare al meglio le città. Ora al legislatore chiediamo una cosa: pur senza abolirlo, definisca meglio il reato di abuso, in modo che il sindaco scelto dai cittadini possa governare serenamente”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio nazionale Anci Enzo Bianco, intervenuto alla Camera, anche in veste di primo sindaco di Catania eletto direttamente nel 1993, al convegno sui trent’anni della legge 81. Con lui, nel dibattito moderato da Bruno Vespa, alcuni ex sindaci di grandi città: Valentino Castellani (Torino), Letizia Moratti (Milano) e Francesco Rutelli (Roma).
“Prima della legge 81, la vita media delle amministrazioni comunali era di undici mesi in Italia, e addirittura di cinque a Catania” ha ricordato Bianco. “Dopo la sua approvazione, l’orizzonte temporale delle amministrazioni si è molto allungato, è stata garantita la stabilità, e consentito ai sindaci di programmare e attuare programmi in modo fino ad allora impensabile”. Per Bianco, la legge 81 è stata anche lo spartiacque “del nuovo ruolo acquisito dall’Anci, del suo peso specifico nelle scelte del Paese, grazie anche all’istituzione, in quella stagione degli anni Novanta, della Conferenza Stato-Città”.
Tuttavia, per il presidente del Consiglio nazionale Anci “ci sono ancora ostacoli, e il principale è la normativa sulla responsabilità per abuso di ufficio. Il 97% degli amministratori locali iscritti nel registro degli indagati risulta infine assolto da ogni contestazione. Purtroppo, la reale condanna è quella di finire sulle pagine dei giornali, dove nulla o molto poco rimane quando l’amministratore viene scagionato”.
Ma quale è stato l’effetto principale di questa legge secondo alcuni ex sindaci pionieri della sua applicazione? “Questa legge ha iniettato una energia partecipativa che non si era mai vista prima”, ha ricordato Valentino Castellani che guidò Torino in una delicatissima fase di transizione dopo la crisi del colosso Fiat. “Tutto questo prima era impensabile, tanto più che nei cinque anni prima di me si erano alternati quattro sindaci e un commissario prefettizio”.
“Da sindaco ho avuto il privilegio di poter intervenire sia sulle piccole cose di ogni giorno che con un’attività di programmazione finalmente puntuale che, a mio parere, resta il vero spartiacque della legge 81”, ha detto Letizia Moratti. “La stabilità assicurata dall’elezione diretta ha avuto un effetto veramente benefico sulla gestione quotidiana. Ma proprio per questo sarebbe auspicabile che non ci fosse il limite del secondo mandato, per chi deve offrire risposte di lungo periodo ai cittadini, poter programmare è fondamentale”.
Infine, Francesco Rutelli che, rispondendo alle sollecitazioni di Bruno Vespa sulla possibile replicabilità del modello di successo della legge 81, ha evidenziato: “Tutti i sistemi maggioritari nel mondo, dalla Francia, all’Inghilterra agli Stati Uniti, vivono una profonda crisi di sistema. Tutto questo richiama solo un tema di fondo quello della partecipazione dei cittadini alla vita politica che si traduce ovunque in alti tassi di astensione. Il successo delle amministrazioni, peraltro, si misura sulla capacità di dare risposte al quotidiano, magari facendo affidamento su risorse e macchine che richiedono un aggiornamento costante”, ha concluso.