- Settembre 20, 2021
Partenariato mediterraneo
Bianco: “Carta diritti umani e aiuti concreti agli enti locali per frenare immigrazione irregolare”
Il presidente del Cn Anci è intervenuto a Bruxelles ad un convegno sui nuovi accordi con i Paesi del Mediterraneo. “Agli enti locali la possibilità di accedere direttamente a finanziamenti Ue per sostenere iniziative e progetti materia di accoglienza”
“Per porre fine al drammatico fenomeno dell’immigrazione irregolare non si può prescindere dalla promulgazione di una Carta fondamentale dei diritti umani per tutti i Paesi mediterranei; e da un concreto supporto, economico e soprattutto logistico, delle istituzioni Ue verso le autorità locali dei Paesi di primo approdo, dove regioni e città sono impegnate ad accogliere centinaia di poveri individui”. Lo ha evidenziato il presidente del Consiglio nazionale Anci Enzo Bianco, parlando a Bruxelles al ‘Mediterranean City to City Migration Days’, organizzato fino al 24 settembre per discutere del ruolo delle autorità locali nel nuovo partenariato dell’UE con i Paesi del vicinato meridionale. Bianco è intervenuto da relatore del parere del Cdr sul partenariato euromediterraneo, nonché membro di ARLEM, l’Assemblea istituita nel 2010 per dare voce agli enti locali e regionali dell’area mediterranea.
A suo parere, la Carta dei diritti umani, “compendiata da un competente apparato giudiziario, è l’unico strumento di tutela della massa di disperati in fuga dai propri luoghi di origine e vessati da spietate organizzazioni criminali”.
Quanto al piano di supporto degli enti locali, Bianco ha evidenziato “l’insufficiente considerazione del ruolo che regioni ed enti locali possono rivestire nel sistema di accoglienza”, auspicando “la possibilità, per tali enti, di accedere direttamente a finanziamenti Ue per sostenere iniziative e progetti in materia”. Un passaggio necessario visto che “mantenere il criterio del primo ingresso nella gestione dei flussi migratori, comporta una responsabilità maggiore sui Paesi alle frontiere dell’UE” e richiede “una maggiore condivisione degli sforzi per la gestione degli arrivi e dell’accoglienza, da realizzare anche attraverso incentivi e sanzioni tali da garantire un’effettiva solidarietà tra i Paesi dell’Unione”.