• Febbraio 22, 2019
di Giuseppe Pellicanò

#sindaciamontecitorio

Beni Comuni, le dichiarazioni e le esperienze dei sindaci nell’Aula della Camera dei Deputati

Gli interventi a Montecitorio dei sindaci Chiara Appendino, Alessandro Canelli, Giovanni Arena e Mario Conte. Il grido di allarme contro lo spopolamento dei territori periferici lanciato da Massimo Castelli, sindaco di Cerignale e coordinatore Anci dei piccoli Comuni. Guarda le video interviste
Beni Comuni, le dichiarazioni e le esperienze dei sindaci nell’Aula della Camera dei Deputati

“Una città può continuare a progredire, a svilupparsi, a individuare soluzioni per migliorare la qualità della vita puntando sulla risorsa più preziosa che abbiamo: la comunità, con le idee e la partecipazione di ogni singolo cittadino”. Lo ha evidenziato il sindaco di Torino Chiara Appendino nel suo intervento nell’Aula di Montecitorio aprendo il tradizionale incontro tra le istituzioni e i sindaci e i rappresentanti dell’Anci che quest’anno è stato dedicato al tema “Lo Stato dei beni Comuni”.
Il sindaco torinese ha illustrato alcune esperienze realizzate dalla sua amministrazione. Dai “patti di collaborazione di Co-City, fino al parco Michelotti, zona della che versava in stato di degrado e che, grazie a un percorso guidato, i cittadini hanno completamente ridisegnato attraverso un importante esercizio di partecipazione”. “Tuttavia – ha proseguito la sindaca – per quanto diffuse esse siano, le strutture di partecipazione da sole non bastano là dove la motivazione a partecipare è bassa o limitata ad una cerchia ristretta. Per questo motivo è compito delle Amministrazioni coltivare questa motivazione, coinvolgendo i cittadini nelle scelte in modo reale, ampio, trasparente. Anche quando ciò porta a differenze di vedute”.
“I cittadini chiedono servizi sempre più efficaci ed efficienti. In questo senso – ha evidenziato il sindaco di Novara Alessandro Canelli – i Comuni possono lavorare in collaborazione con gli enti e le associazioni del territorio, fette di comunità locale per gestire direttamente l’uso, il riuso e la cura di tanti beni pubblici che così diventano luoghi di aggregazione e rigenerazione.
Secondo Canelli “bisogna riattivare percorsi virtuosi di riappropriazione dei beni pubblici da parte dei cittadini, con manifestazioni di interesse da parte di associazioni, cittadini, come stiamo facendo per una vecchia caserma abbandonata che sta diventando un hub di sperimentazione sociale”.
Per realizzare la sua esperienza di gestione dei beni comuni, il sindaco di Viterbo Giovanni Arena ha invece deciso di puntare sulle giovani generazioni. “Perché ad esse si lascia un’eredità spesso di incommensurabile valore, anche civico; inoltre perché ad esse va offerta la possibilità di apprendere, di sensibilizzarsi, di educarsi alla tutela e alla valorizzazione dei beni comuni; e infine, e forse soprattutto, perché ai giovani va data fin da subito la possibilità di contribuire, di partecipare direttamente, affiancandosi alle istituzioni e alla collettività”. Il primo cittadino viterbese ha anche rivendicato il risultato raggiunto dalla sua città che, secondo uno studio Ispra, vanta il primato della qualità dell’aria a livello nazionale. “Anche questo bene immateriale è da considerarsi a tutti gli effetti patrimonio della nostra comunità”, ha affermato.
Un accorato appello sulle condizioni di assoluta sofferenza delle piccole comunità è arrivato, invece, da Massimo Castelli, coordinatore nazionale Anci Piccoli Comuni. “Con orgoglio indosso la fascia tricolore di sindaco di Cerignale, ma al braccio porto il lutto, perché voglio testimoniare in quest’aula che, ogni giorno, un piccolo paese della nostra Italia muore a causa dello spopolamento”. “I Beni comuni – ha detto rifacendosi al titolo dell’incontro – sono le acque, l’ambiente, le risorse naturali, l’Italia rurale dei borghi, degli alpeggi, l’Italia dei pastori sardi, che noi rischiamo di perdere per sempre”. Senza cittadini – ha aggiunto Castelli– non si tutelano i beni comuni, le acque, l’ambiente e i territori rurali. Se perdiamo questa Italia perdiamo pezzi identitari della Nazione”.
Da parte sua il sindaco di Treviso Mario Conte ha auspicato che il governo dopo gli anni della cosiddetta spending review, torni a porre al centro i Comuni, enti realmente vicini alle istanze dei cittadini. Ma secondo il primo cittadino trevigiano “è altrettanto importante che i Comuni capoluogo fungano non solo da ‘riassunto’ e vetrina delle eccellenze del territorio ma si pongano anche quali promotori delle buone pratiche utili per lo sviluppo, la semplificazione la sburocratizzazione”. Conte ha rinnovato la richiesta di maggiore autonomia per i Comuni, “soprattutto in ambito burocratico, perché troppe volte non riusciamo a dare risposte concrete, a causa di procedimenti che ostacolano la capacità di risposta alle richieste dei cittadini”. Clicca qui per le altre dichiarazioni dei sindaci.


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