- Dicembre 18, 2025
Sede di concertazione
Conferenza Stato – Città del 18 dicembre 2025. Online l’esito dei lavori
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| Provvedimento | Sintesi del contenuto | Posizione politica | |
| Approvazione del verbale della seduta della Conferenza Stato-città ed autonomie locali del 27 novembre 2025 | Approvato | ||
| 1 | Intesa sullo schema di decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, recante il riparto del contributo di 77 milioni di euro, per l’anno 2026, per il finanziamento e lo sviluppo dei servizi sociali comunali svolti in forma singola o associata dai comuni delle Regioni siciliana e Sardegna, nonché recante gli obiettivi di servizio per i servizi sociali e le modalità di monitoraggio e di rendicontazione delle risorse aggiuntive per i comuni della Regione siciliana e della regione Sardegna per il 2026
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Il provvedimento ripartisce le risorse per l’anno 2026 finalizzate al potenziamento dei servizi sociali dei Comuni della Sardegna e della Sicilia. IL provvedimento segue quello analogo che riguardava i fondi per il potenziamento dei servizi sociali dei Comuni delle Regioni a statuto ordinario.
Dal 2025 le risorse in questione, insieme a quelle destinate al potenziamento degli asili nido e del trasporto scolastico di studenti con disabilità sono confluite nel Fondo speciale per l’equità del livello dei servizi, in recepimento della sentenza CCost n.71/2023, che ha tra l’altro eccepito la legittimità di inserire nel fondo di solidarietà comunale quote vincolate al raggiungimento di obiettivi specifici, che devono invece trovare canali di finanziamento dedicati a norma dell’art. 119, comma 5, della Costituzione. Le risorse aggiuntive sono state introdotte dal 2022 con assegnazioni progressivamente crescenti e ammontano per il 2026 a 77 mln. di euro fino a raggiungere 113 mln. annui a decorrere dal 2030. |
Intesa |
| 2 | Intesa sullo schema di decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro dell’istruzione e del merito, il Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione e il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, su proposta della Commissione tecnica per i fabbisogni standard, recante il riparto del contributo di 450 milioni di euro per l’anno 2026 destinato ai comuni delle regioni a statuto ordinario, della Regione siciliana e della regione Sardegna finalizzato a incrementare, in percentuale, il numero dei posti nei servizi educativi per l’infanzia, nonché recante gli obiettivi di servizio asili nido e le modalità di monitoraggio per la definizione del livello dei servizi offerto per il 2026
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Il provvedimento in esame dispone l’assegnazione di maggiori risorse per l’anno 2026 destinate al potenziamento dei servizi di asilo nido a favore dei Comuni delle Regioni a statuto ordinario, della Regione Siciliana e della Regione Sardegna.
Tali risorse, introdotte con importi progressivamente crescenti a partire dal 2022, ammontano a 450 milioni di euro nel 2026 e sono destinate ad aumentare fino ai 1.100 milioni di euro annui a decorrere dal 2027. Le assegnazioni concorrono al conseguimento dell’obiettivo PNRR di raggiungere una copertura del servizio di asilo nido pari ad almeno il 33% dei bambini di età compresa tra i 3 e i 36 mesi. Al fine di garantire che le assegnazioni a regime – destinate a ripetersi negli anni successivi – siano coerenti con livelli di servizio realistici e concretamente conseguibili, ANCI e IFEL hanno evidenziato sia nella CTFS che nell’istruttoria tecnica presso la CSC, tre profili di particolare rilevanza. 1. Aggiornamento della popolazione di riferimento (3–36 mesi) È stata sottolineata l’opportunità di rivedere la popolazione di riferimento in età 3–36 mesi, sia in termini di consistenza assoluta sia di distribuzione territoriale. Il parametro attualmente utilizzato, basato sulla popolazione media del triennio pre-Covid 2017-2019, non risulta in molti casi rappresentativo dell’attuale realtà demografica e rischia pertanto di generare obiettivi distorti o difficilmente raggiungibili. In recepimento di tale osservazione, la nota metodologica propone di adottare un periodo più recente, assumendo come base la popolazione media del triennio post-Covid 2022-2024 per la ridefinizione degli obiettivi. 2. Valutazione degli obiettivi su base sovracomunale È stata inoltre ribadita, senza tuttavia trovare accoglimento, l’esigenza di valutare il raggiungimento degli obiettivi non a livello di singolo Comune, ma con riferimento a bacini di utenza sovracomunali. Tale criticità risulta particolarmente evidente per i Comuni di piccolissima dimensione (fino a 2.000–3.000 abitanti), ai quali l’attuale sistema assegna obiettivi pari a uno o due nuovi posti, spesso in presenza di un numero di bambini in età di poco superiore. In tali contesti, anche a causa di arrotondamenti in eccesso, numerosi Comuni non dispongono di concrete possibilità di intervento, salvo nei casi in cui sia già presente una struttura pubblica o privata nelle immediate vicinanze, ipotesi che nella maggior parte dei casi è già stata esplorata. Su questo aspetto la nota metodologica non introduce correttivi, mentre appare necessario individuare meccanismi alternativi per misurare in modo più realistico l’avvicinamento agli obiettivi, a partire da una valutazione dell’offerta di servizi su scala territoriale più ampia. Pur riconoscendone la rilevanza, ANCI ritiene tuttavia che, in questa fase, l’adozione di un modello fondato sui bacini di utenza non sia dirimente, pur restando una prospettiva da approfondire nei prossimi mesi, in vista del riparto dei fondi del 2027. 3. Questione degli “anticipatari” della scuola dell’infanzia Un ulteriore elemento di criticità, più volte segnalato negli ultimi due anni, riguarda il fenomeno dei cosiddetti anticipatari della scuola dell’infanzia, particolarmente diffuso nel Mezzogiorno. Attualmente circa 54.000 bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi frequentano anticipatamente la scuola dell’infanzia, sottraendo una quota significativa di domanda potenziale al sistema degli asili nido. Il superamento di tale fenomeno, generalmente ritenuto auspicabile per ragioni di coerenza educativa e migliore adeguatezza del servizio alla prima infanzia, non può tuttavia essere demandato alla sola iniziativa dei Comuni. Esso richiede politiche strutturali a livello di sistema scolastico, quali: · – l’attivazione di nuove sezioni primavera nelle scuole dell’infanzia statali e paritarie; · – l’adozione di politiche di raccordo tra la progressiva chiusura delle ammissioni anticipate e l’effettiva disponibilità di nuovi posti negli asili nido. In assenza di interventi sistemici, il bacino di utenza 3–36 mesi deve necessariamente considerare, oltre ai servizi per la prima infanzia (asili nido, baby-parking, spazi gioco, nidi domiciliari e sezioni primavera), anche l’impatto dei bambini già accolti come anticipatari nella scuola dell’infanzia. Anche su questo punto la nota metodologica non interviene, nonostante in sede tecnica sia emersa l’esigenza di individuare possibili soluzioni. Tuttavia, appare fondamentale affrontare tempestivamente la questione, al fine di definire obiettivi 2027 che tengano conto di tali criticità e consentano agli enti locali una programmazione consapevole e sostenibile. Si segnala inoltre che la nota metodologica si basa su dati ormai superati, riferiti al 2018, relativi alle sezioni primavera (circa 35.000 bambini tra 24 e 36 mesi), a fronte dei circa 55.000 bambini che risultano nel 2023 dai dati ISTAT pubblicati nei giorni scorsi. Gli obiettivi di servizio per il 2026 dovrebbero pertanto essere definiti considerando gli utenti già serviti dalle sezioni primavera nell’anno scolastico 2025-2026, dato che tuttavia non risulta attualmente disponibile presso la Commissione Tecnica per i Fabbisogni Standard. Infine, ai fini del monitoraggio del numero di anticipatari in relazione all’espansione dell’offerta di posti negli asili nido, non sono al momento disponibili dati aggiornati, disaggregati per Comune, relativi agli anni scolastici 2024-2025 e 2025-2026. L’assegnazione di obiettivi di servizio ai Comuni sulla base di dati non aggiornati, in particolare con riferimento all’offerta rappresentata dalle sezioni primavera, nonché con riferimento al fenomeno degli anticipatari della scuola materna, determina una potenziale sovrastima della domanda effettiva di servizi per la prima infanzia e rischia di tradursi nell’attribuzione di obiettivi non coerenti con le reali condizioni territoriali, con conseguente ed impropria attivazione delle procedure di commissariamento o messa in mora, in assenza di profili riconducibili a responsabilità o inadempienze da parte dei Comuni. |
Intesa con impegno del Governo sui seguenti punti:
a) nel modello di monitoraggio degli obiettivi di servizio Asili nido per il 2025 sia inserita una domanda che permetta a tutti i Comuni di indicare la possibilità di assorbire i bambini anticipatari, in tutto o in parte, nel sistema di istruzione della prima infanzia (asili nido e altre modalità equivalenti), sulla base degli interventi in corso di attuazione; b) siano resi disponibili entro gennaio 2026 i dati aggiornati del Ministero dell’Istruzione e del merito, relativi a: – numero di bambini o posti disponibili delle sezioni primavera delle scuole materne; – numero di bambini accolti come anticipatari della scuola materna; c) la CTFS abbia il mandato di individuare le possibili soluzioni per evitare che gli obiettivi assegnati in materia di asili nido risultino sovrastimati per la mancata considerazione della quota non comprimibile di anticipatari e/o per la mancata disponibilità di dati aggiornati, determinando l’impropria attivazione delle procedure di commissariamento o messa in mora, in assenza di profili riconducibili a responsabilità o inadempienze da parte dei Comuni.
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| 3 | Intesa sullo schema di decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro dell’istruzione e del merito, il Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, il Ministro per le disabilità e il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, su proposta della Commissione tecnica per i fabbisogni standard, recante il riparto del contributo di 100 milioni di euro per l’anno 2026 destinato ai comuni delle regioni a statuto ordinario, della Regione siciliana e della regione Sardegna per l’incremento del trasporto degli studenti con disabilità, nonché recante gli obiettivi di servizio trasporto scolastico di studenti con disabilità e le modalità di monitoraggio per la definizione del livello dei servizi offerto per il 2026 | Il provvedimento riporta l’assegnazione delle maggiori risorse per l’anno 2026 per il potenzia-mento del trasporto scolastico di studenti con disabilità dei Comuni delle Regioni a Statuto Ordinario, della Regione siciliana e della Regione Sardegna.
Le risorse in questione, introdotte a decorrere dal 2022, sono pari a 100 mln. di euro nel 2026 e cresceranno fino a 120 milioni annui a decorrere dal 2027. Le assegnazioni sono condizionate all’incremento del servizio di trasporto scolastico per gli studenti con disabilità della scuola dell’infanzia, elementare e secondaria di primo grado, attraverso l’aumento di posti del servizio forniti dai Comuni o loro associazioni o ambiti territoriali, oppure con il sostegno alle famiglie per le necessità di trasporto scolastico Il provvedimento riporta altresì le modalità di monitoraggio e rendicontazione degli obiettivi raggiunti. Gli obiettivi annuali sono stati ricalibrati rispetto alle elaborazioni degli scorsi anni, anche sulla base delle rendicontazioni comunali relative agli anni 2022, 2023 e 2024, che riportano il numero effettivo di studenti con disabilità che hanno bisogno di un servizio di trasporto dedicato o comunque assistito. Nel 2026, al fine di garantire una maggiore qualità nei servizi di trasporto scolastico di studenti con disabilità, i Comuni possono destinare al miglioramento qualitativo del servizio fino al 40% delle risorse aggiuntive assegnate. |
Intesa |
| 4 | Parere sul differimento del termine di approvazione del bilancio di previsione 2026/2028 degli Enti locali
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Ved. lettera di richiesta ANCI-UPI | Parere favorevole al differimento del termine di approvazione del bilancio al 28 febbraio 2026 |
| 5 | Informativa sulla determinazione ed attribuzione ai comuni dei contributi compensativi spettanti per l’anno 2025 per minori introiti dell’addizionale comunale all’IRPEF
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L’informativa ha come oggetto i rimborsi, per l’anno 2025, dovuti alle minori entrate da addizionale comunale IRPEF a seguito dell’entrata in vigore della cedolare secca sugli affitti e di altre disposizioni di legge che comportano riduzioni IRPEF con riflessi sull’addizionale comunale, per un totale di 221,6 mln. di euro.
In particolare, l’allegato 1 concerne le somme dovute per i minori introiti derivanti da interventi normativi in materia di IRPEF, pari a complessivi 164,8 milioni di euro, mentre l’allegato 2 si riferisce alle somme corrisposte in ragione delle minori entrate connesse all’introduzione della cedolare secca sugli affitti, pari a complessivi 56,8 milioni di euro. |
Presa d’atto |
| 6 | Approvazione del calendario delle sedute della Conferenza Stato-città ed autonomie locali gennaio-luglio 2026 | Approvato | |
| 7 | Intesa sullo schema di decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, recante riparto dell’incremento di 220 milioni di euro, per l’anno 2025 del fondo di cui all’articolo 57-quater, comma 2, del decreto-legge 16 ottobre 2019, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 2019, n. 157
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Il provvedimento in esame prevede il riparto di 220 milioni per l’anno 2025, a titolo di concorso alla copertura dell’onere sostenuto dai comuni per l’incremento delle indennità di funzione da corrispondere ai sindaci e agli altri amministratori comunali, in attuazione della legge di bilancio per il 2022 (co. 586, l. 234/2021.
Si ricorda che la norma istitutiva del contributo ha disposto l’erogazione di importi crescenti tra il 2022 (110 mln. di euro) e il 2024 e che l’ammontare annuale di 220 mln. è da considerarsi a regime, fermi restando gli aggiustamenti annuali del riparto derivanti dalle eventuali variazioni della fascia demografica di appartenenza di ciascun ente. Sulla base della nota metodologica allegata al decreto, gli aspetti salienti relativi al riparto delle risorse 2025 sono: – la popolazione considerata è quella ISTAT al 31 dicembre 2023; – sono 6.557 gli enti beneficiati, appartenenti alle Regioni a statuto ordinario al 1° gennaio 2025; – il riparto viene effettuato utilizzando le percentuali di riferimento rispetto all’indennità del sindaco previste dal decreto ministeriale n. 119/ 2000; – il riparto include, in continuità con i precedenti, gli incrementi dei presidenti dei consigli per i Comuni fino a 15 mila abitanti. I Comuni possono utilizzare il contributo quale concorso al maggior onere, anche nel caso in cui siano state adottate – prima dell’entrata in vigore della nuova normativa – specifiche deliberazioni di rinuncia, parziale o totale, delle misure di tali indennità, a condizione che tali risorse siano utilizzate unicamente per la finalità perseguita dalla norma. Le risorse non utilizzate dovranno essere riversate ad apposito capitolo di entrata del bilancio dello Stato, come disposto dal comma 587 della legge di bilancio 2022. |
Intesa,
per non ritardare ulteriormente l’erogazione di risorse ottenute con la legge di bilancio per il 2022, che pervengono alla fine dell’anno e contribuiscono ad assicurare una retribuzione più dignitosa agli amministratori dei Comuni. L’Anci sollecita però un impegno del Governo affinché, a partire dall’anno 2026: – le strutture ministeriali competenti, disponendo di tutte le informazioni utili a tal fine, definiscano il provvedimento entro il primo trimestre dell’anno; – i soggetti istituzionali coinvolti condividano la necessità di stabilizzare la deroga di cui al comma 20-ter della legge di bilancio 2023, al fine di attribuire il contributo anche agli enti i cui amministratori abbiano in passato deliberato una riduzione delle indennità in questione. Anci ritiene inoltre necessario stabilizzare il rifermento alla classe demografica di ciascun Comune alla popolazione rilevata all’inizio di ciascun mandato elettorale. Ciò eviterebbe che i frequenti casi di variazioni minime della popolazione comportino la variazione di assegnazioni di risorse e di limiti di spesa, dovuti a normative diversificate che impattano in molti campi della gestione amministrativa, dai bandi per contributi, ai vincoli contabili e finanziari, agli emolumenti degli amministratori. Su questo argomento Anci ha da tempo presentato una proposta normativa che si chiede di valutare in un apposito confronto. Per il provvedimento in esame, infine, Anci auspica la pubblicazione dei dati da parte del Ministero dell’Interno nei prossimi giorni, anche con riserva rispetto ai tempi tecnici di pubblicazione del decreto, al fine di consentire ove necessario il rispetto degli equilibri di competenza per l’anno 2025. |
| 8 | Parere sullo schema di decreto del Ministro dell’interno, dl concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, concernente l’utilizzo dell’accantonamento sulla dotazione del Fondo di solidarietà comunale per l’anno 2025 | Il provvedimento riguarda i Comuni per i quali è stata riscontrata l’esigenza di rettificare gli importi FSC 2026 e precedenti, nell’ambito delle attività di verifica degli standard IMU e TASI e di altre compensazioni di gettiti immobiliari aboliti. Per soddisfare il riconoscimento delle integrazioni per gli anni 2012–2025, per un totale di circa 2 milioni di euro, si utilizza l’apposito accantonamento stanziato nel FSC 2025. Sono interessati dalle suddette integrazioni 8 enti. | Parere favorevole
Anche per questo provvedimento, si auspica la pubblicazione dei dati da parte del Ministero dell’Interno nei prossimi giorni, anche con riserva rispetto ai tempi tecnici di pubblicazione del decreto, al fine di consentire ove necessario il rispetto degli equilibri di competenza per l’anno 2025. |