- Gennaio 30, 2025
Finanza locale
La voce di sindaci nella sessione pomeridiana della XIII Conferenza Ifel
Rileggi il dibattito tra i sindaci nella sessione mattutina, l’intervento del presidente Ifel e il contributo dei tecnici al dibattito della XIII Conferenza Ifel
“Sul tema della finanza locale dobbiamo ritrovare una rotta: in alcuni decenni, siamo passati da una stagione di grandi speranze ed altre in cui la previsione costituzionale del 2001 è stata mangiata da un’emergenza di finanza pubblica, fino al passaggio drogato della finanza del periodo della pandemia. E’ evidente il contrasto tra la realtà delle cose e il dato della Costituzione, ma alla base di tutto ci deve essere un ripensamento e una ridefinizione dei rapporti politici istituzionali che, come diceva il presidente Manfredi, è un tema tutto politico”. Lo ha evidenziato Mauro Guerra, presidente Anci Lombardia nel suo intervento alla sessione pomeridiana della XIII Conferenza Ifel sulla finanza locale che si sta svolgendo oggi a Roma.
Per Guerra, “non è più la tecnica che deve governare il sistema della finanza locale, ma la tecnica deve servire ad un progetto politico istituzionale che stia in piedi e che soprattutto sia in grado di rispondere alle esigenze di questo paese nel modo migliore possibile date le condizioni nelle quali ci troviamo”. A suo parere, “alla fine di tutte queste stagioni così diverse e così pesanti dobbiamo tornare a parlare di riforme costituzionali. Ma avremmo bisogno di aprire una stagione che sia di vera attuazione della Costituzione per quello che riguarda le autonomie locali”, ha aggiunto.
Pietro Piciocchi, vicesindaco Reggente Comune di Genova ha invece ricordato come la questione del federalismo fiscale è drogata dal fatto che quando si parla dell’articolo 119 l’equazione nel dibattito pubblico è che l’articolo 119 della Costituzione è uguale ai fabbisogni standard. Tutti ripetono come un mantra che i fabbisogni standard sono un portato dell’articolo due dell’articolo 119 della Costituzione. “Ditemi dove l’articolo 119 della Costituzione parla di fabbisogni standard, non ne parla mai. Parla piuttosto – ha evidenziato – di capacità fiscali e di fondo perequativo e dice che le entrate proprie, le compartecipazioni al gettito dei tributi erariali e il fondo perequativo devono mettere gli enti in condizioni di assolvere all’esercizio normale delle loro funzioni, secondo uno schema assolutamente lineare”.
Da parte sua l’assessore al Bilancio del Comune di Milano Emmanuel Conte ha sottolineato che la “legge di bilancio, se la vogliamo guardare soltanto dal punto di vista degli enti locali, con una strategia pluriennale, sta mettendo a grosso rischio la sostenibilità dei conti”. “Solo sette voci del nostro bilancio spiegano l’ottanta per 100 della nostra spesa, cioè sono spese che io non posso come assessore assolutamente disattendere”. Di conseguenza “la vera flessibilità che rimane è di circa il 20% della nostra della nostra spesa, uno spazio che è praticamente nullo. Ma neanche sulle spese ormai abbiamo tutta la flessibilità che ci consente una sana programma programmazione dei servizi soprattutto se guardiamo al Pnrr e agli investimenti che provocheranno un ulteriore aumento della spesa”, ha spiegato.
Da Milano a Palermo cambia un poco la prospettiva delle amministrazioni locali rispetto alla legge di Bilancio. “Dal punto di vista della nostra amministrazione credo che la legge di bilancio 2025 ci offra delle opportunità quantomeno rivedendola sul nostro territorio”, ha affermato l’assessore Brigida Alaimo. “Ci sono opportunità su diversi temi, principalmente sull’investimento nella rigenerazione urbana ,perché questa legge valuta questo aspetto che in un territorio come quello palermitano, che gode di una natura diversificata da quartiere a quartiere, aiuta a pensare ad un investimento mirato per ogni zona”. Quanto poi alla situazione finanziaria del Comune, l’assessore Alaimo ha ricordato che i “sacrifici fatti per il piano di riequilibrio stanno dando i loro frutti, per noi è fondamentale anche la ricostruzione di una nuova fiducia tra i cittadini e l’amministrazione”.
“Catania è un’amministrazione che pur avendo completato il quinquennio di risanamento, vive il paradosso di essere ancora permane in dissesto”, ha evidenziato l’assessore etneo Giuseppe Marletta. “Abbiamo raggiunto l’equilibrio di bilancio recuperando un disavanzo di circa 139 milioni di euro e il Comune, attraverso la compressione della spesa è riuscito a diventare virtuoso. Ma dall’altro lato vi è un problema visto che persiste la massa passiva con il Comune che dovrà affrontare questo residuo debito che tornerà nel bilancio ordinario. E ‘ un problema che non ci fa dormire la notte che spero venga affrontato al più presto dal legislatore”, si è augurato Marletta.
Infine, il punto di vista dei piccoli Comuni sinteticamente esposto da Daniele Mioni sindaco di Valle Pietra, piccolo centro laziale. “Mentre da un lato nelle nostre comunità viviamo la dimensione di un lavoro di tipo sociale, allo stesso tempo dobbiamo avere a che fare con lo stesso numero di adempimenti dei nostri colleghi di città più grandi, ma con risorse di gran lunga inferiori. “Cerchiamo di vedere gli investimenti futuri nelle aree interne non come uno spreco di denaro ma come investimento al futuro per cercare appunto di garantire una società migliore per tutti”.
La voce dei sindaci nella sessione mattutina della XIII Conferenza Ifel
L’intervento del presidente Ifel ai lavori della XIII Conferenza Ifel
Il contributo dei tecnici al dibattito