- Settembre 4, 2015
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Welfare – Puglia, incontro Regione-Anci su servizi infanzia e strutture accoglienza minori
Si è svolto oggi a Bari un incontro tra Regione e Anci Puglia sulla definizione delle tariffe...Si è svolto oggi a Bari un incontro tra Regione e Anci Puglia sulla definizione delle tariffe dei servizi socio educativi innovativi e sperimentali per la prima infanzia. Per la Regione presente l’assessore al welfare Salvatore Negro, per l’Associazione dei comuni pugliesi, il delegato regionale Michele Lamacchia.
Lamacchia ha espresso apprezzamento sull’applicazione del principio delle tariffe massime di riferimento da parte della Regione, in quanto consente ai Comuni di operare con procedure negoziali, individuando le tariffe più vantaggiose, fermo restando il rispetto dei requisiti minimi previsti. L’Anci ha chiesto all’assessorato regionale un rafforzamento del regime dei controlli sull’adeguatezza delle strutture e sul rispetto degli standard organizzativi al fine di garantire la qualità del sistema di offerta dei servizi sociali sull’intero territorio regionale. Inoltre, Lamacchia ha proposto la previsione di un ulteriore ribasso tariffario nel caso in cui le strutture accreditate riescono a generare economie. Il delegato Anci ha portato all’attenzione dell’assessorato anche la questione delle strutture residenziali per minori, una vera e propria emergenza che espone i Comuni a costi insostenibili per il pagamento delle rette, in un panorama disomogeneo, dove è indispensabile un intervento immediato teso a contrattualizzare le strutture e regolare le tariffe.
L’assessore Negro ha accolto positivamente la richiesta Anci sul rafforzamento dei controlli, nei prossimi giorni trasferirà l’impegno ai Direttori Asl affinché organizzino la verifica delle strutture. Sulla questione accoglienza residenziale per minori, Negro si è detto disponibile ad un incontro congiunto Anci-Regione con il presidente tribunale per i minori. Per l’assessore regionale al welfare, l’ eccessivo ricorso a questo delicato istituto andrebbe regolamentato, lo strumento dovrebbe essere l’ultima ipotesi da prendere in considerazione e comunque per breve periodo. Un utilizzo più cauto di questa procedura consentirebbe ai Comuni di non sprecare risorse diversamente utilizzabili per altro tipo di interventi sempre di carattere sociale. (com/gp)