- Febbraio 19, 2018
Politiche sociali e legge 328/2000
Welfare – Istat, nel 2015 cresce spesa sociale dei Comuni. Le risorse proprie degli enti locali rimangono prima voce di finanziamento
Si conferma anche per il 2015 la crescita della spesa sociale dei Comuni singolarmente o in forma as...Si conferma anche per il 2015 la crescita della spesa sociale dei Comuni singolarmente o in forma associata, facendo registrare un incremento dello 0,2% rispetto al 2014. Dopo una battuta di arresto nel 2010 del trend di crescita registrato a partire dal 2003, i dati del 2014 mostrano una lieve ripresa delle risorse destinate alla rete territoriale dei servizi socio-assistenziali (0,8%) e i dati 2015, anche se provvisori, indicano un ulteriore lieve incremento. Lo rende noto l’Istat nell’annuale rilevazione, avviata nel 2003, pubblicata lo scorso 27 dicembre sul sito dell’Istituto dove è consultabile il documento integrale.
Nell’annualità oggetto dell’indagine, la spesa dei Comuni per i servizi sociali, al netto del contributo degli utenti e del Servizio Sanitario Nazionale, ammonta infatti a circa 6 miliardi 932 milioni di euro, corrispondenti allo 0,42% del Pil nazionale.
Con riferimento alla fonte di finanziamento, sulla spesa complessivamente erogata sul territorio, le risorse proprie dei comuni singoli e loro associazioni intervengono per il 67,6 % mentre le risorse rimanenti provengono dal fondo indistinto per le politiche sociali (9,2%), dai fondi regionali vincolati per le politiche sociali (14,8%), dai fondi vincolati statali o dell’Unione europea (4,5%), da altri Enti pubblici (2,5%) e da privati (1,4%).
Rimane invariata rispetto all’anno precedente la spesa di cui beneficia mediamente un abitante in un anno, pari a 114 euro a livello nazionale.
Si conferma invece il divario tra il Mezzogiorno, con l’unica eccezione della Sardegna, e il resto del Paese. Da 50 euro pro-capite del Sud si passa infatti a valori superiori a 100 euro annui in tutte le altre ripartizioni, con un massimo di 166 euro per il Nord-est.
Per quanto riguarda infine la ripartizione della spesa tra le tipologie di beneficiari degli interventi e servizi che compongono la rete territoriale, la rilevazione evidenzia che il 38,5% è destinato alle famiglie con figli, il 25,4% ai disabili, il 18,9% agli anziani, il 7% al contrasto della povertà e dell’esclusione sociale, il 4,2% agli immigrati e lo 0,4% alle dipendenze. Il rimanente 5,6% della spesa sociale dei comuni è assorbito dalle spese generali, di organizzazione e per i servizi rivolti alla “multiutenza”. (com)