• Aprile 23, 2014
di anci_admin

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Violenza donne – De Paulis: “L’Abruzzo regione pilota per la diffusione delle Linee guida per gli operatori sociali”

TERAMO - “Creare una rete tra i servizi sociali dei Comuni e i Centri Antiviolenza e aiutare g...

TERAMO – “Creare una rete tra i servizi sociali dei Comuni e i Centri Antiviolenza e aiutare gli operatori a riconoscere i casi di violenza maschile contro le donne, soprattutto quella domestica. L’Abruzzo farà da apripista in un’operazione pilota che la vede in prima linea tra tutte le regioni italiane ad aver pubblicato il Vademecum, strumento che si dimostrerà utile per contrastare il fenomeno piuttosto diffuso della violenza contro le donne”.
Così la delegata Anci alle Pari Opportunità, Alessia De Paulis parlando con i giornalisti in una  conferenza stampa per la presentazione e distribuzione delle Linee guida per l’intervento e la costruzione di rete tra i servizi sociali dei Comuni e i Centri Antiviolenza.
“Oggi – ha aggiunto – oltre a ribadire la nostra posizione di condanna nei confronti della violenza contro le donne, rinnoviamo l’assunzione di responsabilità da parte di tutti verso un fenomeno che ha una matrice di carattere non soltanto sociale ma anche culturale. Il Vademecum – ha aggiunto – è uno strumento indispensabile non soltanto per interrompere il ciclo della violenza, ma anche per aiutare la vittima a ricostruire un percorso che possa aiutarla a realizzare un progetto di piena autonomia”.        
Dalla Sala consiliare del Comune di Teramo il presidente di Anci Abruzzo, Antonio Centi ha presentato le Linee guida, volume realizzato dalla collaborazione tra Anci Abruzzo, Federsanità Abruzzo, la città di Teramo e la regione, come “uno strumento pratico e concreto che sarà distribuito ai 309 Comuni abruzzesi, un Vademecum attraverso il quale sensibilizzare e rendere più moderne le azioni delle amministrazioni volte a contrastare e a limitare i casi di violenza maschile contro le donne”.
Per il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi il vademecum si presenta come uno strumento di lavoro, il primo a livello nazionale, utile per migliorare la conoscenza degli aspetti culturali e sociali legati al fenomeno della violenza contro le donne. “Per la prima volta – ha detto – si parla di valutazione del rischio e di violenza assistita, perché il fenomeno non riguarda soltanto le vittime, ma l’intera sfera familiare e soprattutto i figli della vittima con conseguenze sull’equilibrio psico-fisico del minore”.      
Infine, la responsabile dell’Associazione D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza nella Regione Abruzzo, Orietta Paciucci ha evidenziato “i risvolti negativi della violenza sulle donne sulla sfera non soltanto sociale e culturale, perché – ha spiegato – il fenomeno ha forti ricadute anche sulla sanità. Bisogna far emergere il problema a cominciare da una comunicazione diffusa tra i giovani, a partire dalle scuole, solo così  – ha concluso – si potrà stabilire con le vittime quella relazione di fiducia che potrà far emergere il problema della violenza subìta”.  (com)