• Maggio 16, 2013
di anci_admin

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Violenza donne – Cattaneo firma protocollo con D.i.Re.: “Trasformiamo progetti in servizi permanenti sui territori”

“Trasformare le progettualità in campo per contrastare la violenza sulle donne in veri ...

“Trasformare le progettualità in campo per contrastare la violenza sulle donne in veri e propri servizi, esigibili e permanenti all’interno dei nostri territori, all’interno di tutti i Comuni”. Così il presidente facente funzioni dell’Anci, Alessandro Cattaneo, sintetizza il ruolo che l’Associazione vorrà svolgere nell’ambito del protocollo d’intesa firmato oggi proprio dall’Anci e da D.i.re.,  l’Associazione nazionale dei Centri contro la violenza sulle donne.
Il protocollo, in particolare, si pone l’obiettivo di “promuovere l’inserimento nei Piani sociali di Zona di un Centro antiviolenza in ogni ambito territoriale e di una Casa di accoglienza per donne maltrattate in funzione del numero degli abitanti, prevedendo per questi servizi finanziamenti congrui e stabilità nella gestione”. Tra gli obiettivi, anche quello di mettere in rete nel sistema dei servizi sociali i diversi interventi per combattere la violenza maschile contro le donne, nonché la sensibilizzazione di tutti i Comuni sulla connessione tra la raffigurazione della donna nelle pubblicità e la violenza maschile contro le donne. I Comuni e D.i.re., inoltre, si impegnano a “favorire l’istituzione di tavoli tecnici che prevedano il coinvolgimento di tutti gli attori interessati per sostenere concretamente le donne vittime della violenza di genere e i loro figli/e minori, anche con riguardo alla loro situazione alloggiativa e all’inserimento scolastico”.
A questo proposito, Cattaneo mette l’accento “sull’idea della task force lanciata nei giorni scorsi dalla ministra Idem, che va nella direzione giusta perché mette a fattore comune, con un taglio molto concreto, tutti gli attori più rilevanti: non va dimenticato il ruolo dei territori e in questo senso, come Anci, ci mettiamo fin da subito a disposizione”.
Il numero uno dell’Associazione, però, non rinuncia a individuare “un ineludibile punto di concretezza: ogni intervento ha dei costi: la trasformazione dei progetti in servizi senza un adeguato stanziamento di risorse, rischia di rimanere una mera petizione di principio”. Per questo, secondo Cattaneo, “è necessario uno sforzo collettivo: penso allo Stato, con il piano nazionale antiviolenza, che venga ben dotato delle risorse necessarie a coprire il territorio nazionale, ma anche con un’inversione di tendenza rispetto al taglio sistematico del Fondo nazionale per le Politiche sociali, oggi praticamente azzerato. E penso anche alle Regioni, che hanno il compito di legiferare e programmare l’intervento sociale. Infine i comuni, che hanno la responsabilità di gestire gli interventi, in partenariato con soggetti pubblici e privati”. (mv)