- Gennaio 19, 2017
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Unione europea – QEL Sole 24Ore, da Espon e Urbact soluzioni per favorire ricerca e innovazione diffusa nelle città italiane
di Simone d'Antonio L'utilizzo combinato di risorse provenienti da diverse fonti di fina...di Simone d’Antonio
L’utilizzo combinato di risorse provenienti da diverse fonti di finanziamento rappresenta una condizione decisiva per favorire processi di sviluppo urbano integrato e capaci di tenere assieme diversi aspetti, dalla ricerca applicata alla partecipazione civica. I programmi Espon e Urbact rappresentano a livello europeo i principali punti di riferimento per la realizzazione di progetti che coinvolgono diversi livelli di governance su scala territoriale, favorendo nuove forme di collaborazione tra città e regioni di diversi paesi europei oltre a promuovere il coinvolgimento attivo di università, centri di ricerca e altri stakeholder locali come attivatori di processi di crescita del territorio.
Iniziative congiunte
Proprio su questi programmi europei si registrano in questi mesi nuove forme di collaborazione tra Governo, Regioni e Comuni nell’ambito delle attività promosse dal Comitato nazionale del programma Urbact, co-presieduto dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e dalla Regione Molise, e dal Comitato nazionale del programma Espon, che vede impegnata la Regione Lombardia e il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. L’organizzazione di una giornata nazionale congiunta tra i due programmi risponde all’esigenza, rimarcata in maniera sempre più decisa a livello europeo, di collegare il piano della ricerca applicata ai contesti territoriali con la definizione di reti e progetti che migliorino la governance locale attraverso azioni di sistema che coinvolgono una pluralità di attori nazionali e locali.
La partecipazione all’incontro, organizzato per il 18 e 19 gennaio a Milano, di attori come l’Agenzia nazionale per la Coesione e la Regione Emilia Romagna, che sarà coinvolta nel prossimo Tavolo regionale del programma Urbact e ospita il maggior numero di città italiane partecipanti al programma (Bologna, Piacenza, Parma, Ravenna, Cesena, Forlì, San Lazzaro di Savena), testimonia un’attenzione trasversale e diffusa verso programmi che si distinguono soprattutto per l’effetto moltiplicatore in termini di innovazione prodotta sul territorio.
Il lavoro di rete
Dalla rigenerazione partecipata delle strutture dismesse in centri e periferie urbane di città come Genova, Napoli, Casoria e San Donà di Piave alla riqualificazione sostenibile del territorio a Potenzia, Rieti e Cesena, sono numerosi gli esempi di città che hanno fatto del lavoro di rete un esempio di governance innovativa continua, che si alimenta del contributo di università e strutture di ricerca attive su più livelli, capaci spesso di anticipare temi e tendenze al centro dell’azione urbana di un numero crescente di città europee. Lo sviluppo delle economie creative e la gestione dei rapidi cambiamenti di flussi di popolazione, la promozione della mobilità elettrica come soluzione intermodale e logistica o il supporto a processi di innovazione sociale aperti al territorio sono alcuni dei temi su cui i progetti Urbact hanno anticipato il dibattito europeo e nazionale, proponendo e testando soluzioni di alta innovazione partecipate sia a livello territoriale che europeo, ovvero elaborate attraverso una stretta collaborazione con diverse tipologie di attori locali e a diretto contatto con città europee di diversi paesi e peso strategico.
La partecipazione dell’Anci
La partecipazione di Anci in qualità di National Urbact Point a questo dibattito tra diversi livelli di governo testimonia il sostegno offerto a tali processi e alle community attive dal piano locale a quello europeo, passando per un confronto con i livelli centrali e regionali che rappresentano elementi decisivi per rendere in Italia le città Urbact alfieri di nuove modalità di sviluppo partecipato e orientato all’Europa. L’attesa ampia partecipazione al nuovo bando europeo per la ricerca di buone pratiche, da condividere e trasferire in altri contesti territoriali europei, dimostra quanto le città italiane si pongano sempre più non solo come recettori di innovazione ma promotrici di azioni e progetti capaci di fare scuola in Europa.