- Maggio 18, 2016
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Ue – QEL Sole24Ore, la dimensione giovanile nei Trattati europei: sviluppi e prospettive
di Moira Rotondo (*) Nell'ambito delle ini... di Moira Rotondo (*)
Nell’ambito delle iniziative di avvicinamento al 60° anniversario dei Trattati di Roma, che ricorrerà il 25 marzo 2017, il dipartimento Politiche giovanili e servizio civile della Presidenza del Consiglio ha voluto dedicare un Workshop all’analisi della dimensione giovanile nei Trattati europei.
Perché l’Europa è un progetto rivolto ai giovani e che dipende soprattutto dai giovani anche se per i primi trent’anni di vita non se ne è direttamente occupata.
Come è noto, infatti, i Trattati di Roma non annoveravano le politiche giovanili tra i settori di competenza dell’allora Comunità europea – bisognerà aspettare Maastricht nel 1993 per questo – e neppure gli Stati membri si sono dotati di una politica nazionale in tal senso fino almeno alla metà degli anni novanta.
I primi programmi
Eppure, sebbene la cooperazione transnazionale in ambito giovanile europeo sia stata inserita tra le aree d’intervento dell’Unione solo con il Trattato di Maastricht, già nel 1989 la Commissione europea aveva lanciato il suo primo programma d’azione comunitaria in favore della gioventù. Il programma in questione, denominato Gioventù per l’Europa, promuoveva e co-finanziava attività di scambio giovanile interculturale tra i 12 Paesi dell’allora Comunità europea. Seguiranno i Programmi Socrates, Comenius, Leonardo Da Vinci, Gioventù in azione ecc., senza dimenticare il Programma Erasmus lanciato nel 1987 come strumento di scambi tra studenti dei Paesi membri e diventato oramai, a quasi trent’anni di distanza, una sorta di brand generazionale.
Le nuove prospettive
Ma l’Europa di oggi è chiamata a rispondere ai giovani soprattutto in termini di lavoro e occupazione, questo si aspetta un’intera generazione che rischia di divenire una lost generation, per dirla con le parole di Mario Draghi. I giovani sono la principale risorsa economica dell’Unione, sulla quale occorre investire in termini di formazione, istruzione, integrazione e inclusione sociale, mobilità lavorativa, di conciliazione della vita lavorativa e familiare. In Europa infatti, più di 7 milioni di giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono disoccupati e non sarà facile che l’ideale comunitario attecchisca in queste condizioni.
Se i giovani europei vedono oggi nell’Europa un’entità astratta, burocratica, lontana dai loro bisogni e dalla loro vita quotidiana non c’è da stupirsi. Il processo di integrazione europea ha certamente permesso di raggiungere risultati straordinari, tra i quali la pacificazione di un continente devastato dall’odio tra le nazioni e uno sviluppo economico senza precedenti, fino alla realizzazione di una moneta unica per milioni di persone e alla grande riunificazione degli europei con l’allargamento a ben 28 Stati membri, ma negli ultimi anni si è parlato troppo di austerità.
L’impegno di Anci
Come ha sottolineato il Segretario Generale Anci Veronica Nicotra: «il significato dei trattati di Roma che ci accingiamo a celebrare non deve essere solo celebrativo ma di sostanza, bisogna volgere lo sguardo avanti per affrontare le difficoltà che l’Europa sta vivendo, rappresentate dalla gestione dei flussi migratori e dalla rigidità delle regole di bilancio. Per superare le crisi attuali occorre trovare un giusto equilibrio tra rigore, contenimento della spesa e crescita».
L’Anci da quasi un decennio oramai svolge un ruolo di veicolazione importante sui territori rispetto ai progetti diretti ai giovani: fino ad oggi sono stati avviati oltre 350 progetti gestiti direttamente da amministrazioni locali e finanziati dal Fondo nazionale Politiche giovanili e attraverso la Scuola Anci per giovani amministratori, giunta alla quinta annualità, oltre 3.000 giovani amministratori hanno direttamente beneficiato di attività di alta formazione, supporto e aggiornamento.
Per Gianluca Callipo, coordinatore della Consulta Anci Giovani, «saranno proprio gli amministratori under 35 i portavoce positivi dell’Europa, che si faranno promotori di occasioni di confronto a partire dalle scuole dei nostri Comuni».
(*) Responsabile ufficio di coordinamento Comitato delle Regioni Politiche e progetti dell’Unione europea Sviluppo locale e agricoltura Anci