• Dicembre 2, 2013
di anci_admin

Notizie

Ue – Del Monaco: “Destinare metà fondi ai Comuni con il ddl Delrio”

Destinare ai comuni la metà dei fondi Ue disponibili, attraverso il ddl Delrio. Una strada pe...

Destinare ai comuni la metà dei fondi Ue disponibili, attraverso il ddl Delrio. Una strada per trovare  risorse e impiegare quelle disponibili che rischiano di essere lasciate a Bruxelles. E’ la proposta che rilancia Andrea Del Monaco,  esperto di fondi strutturali europei e già consulente del secondo Governo Prodi, per uscire dal paradosso che vede l’Italia "dare 39 miliardi a Bruxelles in 7 anni ma non spendere i fondi europei".       
Secondo la Ragioneria Generale dello Stato, al 31 agosto, 6,3  miliardi di fondi Fse e Fesr non erano ancora impegnati. "Ho suggerito  all’onorevole Sandro Gozi un emendamento al ddl Delrio che attribuisce  i fondi europei alle Città Metropolitane pro quota abitanti, emendamento presentato dallo stesso Gozi e da Guerra. Se Fassino e Renzi si impegnassero a far passare l’emendamento, i cittadini potrebbero valutare direttamente i loro sindaci su come spendono i   fondi europei in dotazione", spiega l’esperto di fondi Ue all’Adnkronos.       
Poiché il disegno di legge Delrio non individua precisamente le risorse per le Città Metropolitane, "facciamo il federalismo responsabilizzando i Comuni e dandogli i fondi europei da spendere",   sintetizza Del Monaco. Che fa riferimento a esempi concreti. A Napoli "non si fa la raccolta differenziata? La Campania dia al capoluogo parte dei 4,9 miliardi non spesi". A Roma sui rifiuti il Governo Letta  ha dato 28,5 mln in tre anni alla Capitale. E sull’edilizia scolastica la Regione Lazio ha da poco stanziato 92 mln per il 2013-2015. "Ma   perche’ su scuola e rifiuti Marino non chiede alla Regione una parte del miliardo di fondi europei da spendere entro il 2015?".
Napoli, Roma, ma non solo. A giugno, ricorda Del Monaco, "Renzi ha avuto da Letta 20 mln per gli Uffizi, perché non li  ha chiesti alla regione Toscana che deve spendere 1,1 miliardi entro il 2015?". E, ancora: "nella futura città metropolitana di Torino le imprese continuano a chiudere. Sarebbe necessario un piano di riconversione industriale per salvare il sistema produttivo e i posti   di lavoro. Poiché la regione Piemonte deve spendere 1257 mln entro il  2015, Fassino potrebbe farsi finanziare un piano di sviluppo locale da Cota".        Le risorse sono ingenti. Nei prossimi due anni si sovrapporranno, infatti, i soldi di due cicli di programmazione. Più di 70 miliardi del periodo 2014-2020: circa 56,4 mld dei programmi cofinanziati dal Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e dal Fse (Fondo Sociale Europeo); circa 17 miliardi cofinanziati dal Feasr (Fondo Europeo di Sviluppo Rurale).       
Si aggiungono 34 mld ancora non spesi al 31 ottobre del ciclo 2007-2013 (secondo i dati dei ministeri della Coesione Territoriale e delle Politiche Agricole) così suddivisi: i rimanenti 26,8 mld dei programmi cofinanziati da Fse e Fesr; i rimanenti 7,19 mld dei piani cofinanziati dal Feasr. Tutti da spendere entro dicembre 2015. (com/ef)