• Marzo 31, 2014
di anci_admin

Notizie

Turismo – Ricci (delegato Anci): “Settore si rilancia con promozione e programmazione unitaria”

“Per rilanciare il Turismo bisogna tornare ad una promozione unitaria del ‘prodotto&rsqu...

“Per rilanciare il Turismo bisogna tornare ad una promozione unitaria del ‘prodotto’ al fine di dare continuità strategica e operativa al settore che deve andare di pari passo con la pianificazione sul territorio. Il tutto tramite la camera di compensazione rappresentata dal ministero del Turismo che però dovrebbe superare la contrapposizione tra pubblico e privato nel campo delle attività culturali”. Lo dichiara il sindaco di Assisi e delegato Anci al Turismo, Claudio Ricci, commentando i dati diffusi oggi a Roma dall’associazione Italiadecide che nel suo Rapporto 2014 ha fotografato lo stato del settore turistico in Italia.

"Nel corso degli ultimi anni l’attività dell’Associazione dei siti Unesco italiani è stata molto intensa in termini di valorizzazione culturale e turistica. Il nostro paese, tra l’altro, con la legge 77 del 2006 ad oggi ha  finanziato ben 230 progetti di tutela e valorizzazione – ha sottolineato il delegato Anci al turismo -. Progetti divenuti modello non solo per la rete dei siti Unesco italiani, ma anche per i luoghi che pur non rientrando nella rete, traggono indicazioni utili da queste esperienze”. In questo senso, per Ricci quello dell’associazione di Luciano Violante è “senza dubbio un lavoro pregevole ma per rilanciare il turismo bisogna intervenire anche tramite le istituzioni, per questo occorre ridefinire il Titolo V della Costituzione al fine di affidare allo Stato la programmazione nazionale di settore”.
Il documento di sintesi redatto da Italia decide offre dieci linee strategiche, tra cui Ricci individua altre due priorità. “Ripensare il ruolo dell’Europa, anche qui in un ottica unitaria del ‘prodotto’ e puntare forte sulla commercializzazione on line. L’Organizzazione mondiale del Turismo – ricorda a tal proposito il sindaco di Assisi – ci dice che i paesi più evoluti in materia sono attestati sul 40% in quanto a e-commerce. In Italia siamo sotto al 20%, è quindi evidente che serva anche qui un cambio di strategia che passi, magari, da un effettivo avvio dell’Agenda digitale italiana”. (ef)