• Giugno 23, 2025
di Redazione Anci

Turismo

Turismo – Locatelli: “Trovare un equilibrio tra flussi turistici e vita delle città”

L'intervista al delegato Anci al Turismo: “Investimenti anche nei territori più deboli per rafforzare l’economia e combattere lo spopolamento”
Turismo – Locatelli: “Trovare un equilibrio tra flussi turistici e vita delle città”

Un nuovo appuntamento per la rubrica dell’Anci ‘Parola al delegato’ che raccoglie le interviste ai delegati dell’Associazione sulle principali questioni che riguardano i Comuni italiani. A parlare dei temi legati al turismo è il vice presidente e delegato Anci per la materia, Stefano Locatelli.
Dalla necessità di trovare un equilibrio tra flussi turistici e vita delle città all’esigenza impellente di  investimenti mirati che accrescano il comparto nel suo insieme creando una vera politica di promozione dell’Italia all’estero, il delegato Anci sottolinea l’importanza del settore che solo nel 2024 ha contribuito all’economia italiana del 10,8%.
Perché il turismo è così importante per l’Italia?
Il turismo è un comparto la cui incidenza sul PIL nazionale è di estrema rilevanza e rappresenta una risorsa strategica per la salvaguardia e la valorizzazione del nostro patrimonio artistico e ambientale. Nel 2024 ha contribuito all’economia italiana del 10,8% e del 13% come occupazione secondo i dati forniti dall’Agenzia Nazionale del Turismo.
Quale ruolo hanno i Comuni nelle politiche a favore del turismo?
Il ruolo dei Comuni si gioca sul coordinamento dei diversi aspetti dell’offerta turistica per favorire un sistema integrato che risponda ai bisogni di specifici destinatari (cittadini, turisti, imprese), quindi realizzando corrispondenza virtuosa tra garanzia di servizi ai residenti qualità dell’offerta rivolta ai visitatori. Compito dei Comuni è anche la creazione di servizi di prossimità e la gestione di politiche produttive e del paesaggio, a cui si accompagnano azioni di incentivazione dei mercati agroalimentari, di produzione di varietà tipiche e autoctone, di creazione di economie territoriali sostenibili che concorrano a costruire il prodotto turistico.
Come giudica l’attuale quadro della governance nazionale del settore turistico?
Il governo del sistema del turismo dovrebbe essere il più possibile organico e coerente. Occorrerebbe standardizzare il settore a livello nazionale, in particolare per i temi legati alle professioni turistiche, alla classificazione delle strutture alberghiere e al monitoraggio della domanda dell’offerta turistica. E’ importante valorizzare al massimo il ruolo di confronto e di coordinamento svolto dalla Conferenza Unificata, individuando forme efficaci per coinvolgere tutta la filiera, anche privata includendo funzioni e attività di altri dicasteri che incidono su questo settore: cultura, ambiente, trasporti, per citarne alcuni.
Penso sia importante favorire la partecipazione attiva dei Comuni, primo garante dei servizi offerti sul territorio, superando l’anacronistica abitudine di porli sotto tutela delle Regioni. Tutto questo, ovviamente, va di pari passo con investimenti mirati che accrescano il comparto nel suo insieme, vale a dire sostegno delle imprese, valorizzazione delle buone pratiche territoriali e creazione di una vera politica di promozione dell’Italia all’estero.
Poi c’è il delicato rapporto fra turismo e sostenibilità per i territori
E’ un tema molto caro ad Anci perché coniuga le esigenze dei territori e di chi li vive, anche temporaneamente e perché il binomio sostenibilità/turismo è cruciale nel panorama contemporaneo.
In questo senso, servano politiche di indirizzo, capaci di comprendere l’oggi con uno sguardo proiettato al futuro e risorse economiche dedicate.
A questo proposito, potrebbe essere utile una attualizzazione della classificazione dei Comuni italiani turistici
La tradizionale classificazione dei Comuni italiani, basata principalmente sul numero di residenti, è ormai superata anche perché rappresenta le specificità dei Comuni a vocazione turistica che devono fronteggiare sfide uniche legate alla gestione del flusso turistico che può arrivare a moltiplicare la popolazione residente durante i periodi di alta stagione.
E sul tema più generale del reindirizzo dei flussi?
Occorre valorizzare non solo le grandi destinazioni turistiche, o i circuiti più attrattivi, ma anche l’Italia cosiddetta “minore”, attraverso azioni di coordinamento, rafforzamento e promozione di specifiche filiere, penso ai borghi turistici, al turismo enogastronomico ai siti culturali territoriali. Politiche efficaci in questo senso consentirebbero di creare, anche nei territori più deboli, interessanti dinamiche economiche, che potrebbero contribuire al contrasto dello spopolamento. Qualcosa in questi anni è stato fatto, anche grazie al Piano Borghi contenuto nel PNRR ma occorre procedere con ancora maggiore convinzione.
Più nello specifico, quali sono le questioni di maggiore importanza nel rapporto che i Comuni sono chiamati a ricercare fra turismo e sostenibilità?
In primo luogo, sicuramente l’equilibrio tra ospitalità extra-alberghiera e residenzialità. La prima, infatti, se da un lato ha ampliato l’offerta ricettiva e risposto a nuove esigenze dei turisti, dall’altro ha posto e pone problemi rilevanti in termini di gestione del territorio e di impatto sulla residenzialità: la competizione con la residenzialità tradizionale, l’aumento dei prezzi degli affitti e la trasformazione del tessuto sociale sono temi che non possiamo ignorare. È fondamentale trovare un equilibrio che tuteli il diritto dei residenti alla casa e, al contempo, offra un’ospitalità di qualità che rispetti l’identità dei luoghi. Questo richiede una regolamentazione attenta, che sappia coniugare le opportunità economiche con la sostenibilità sociale. Inoltre, se si vogliono erogare servizi di qualità serve stanziare risorse adeguate. I Comuni turistici, pur generando un indotto economico significativo per il Paese, spesso si trovano a dover gestire un carico di servizi e infrastrutture sproporzionato rispetto alle risorse derivanti dalla fiscalità tradizionale, pensata per realtà demografiche diverse. L’assunzione di personale qualificato per far fronte alle esigenze specifiche del settore turistico – dalla gestione della sicurezza alla promozione del territorio – rappresenta un onere spesso difficile da sostenere. È impellente ripensare i meccanismi di finanziamento e prevedere strumenti fiscali che riconoscano il ruolo e le peculiarità dei Comuni turistici, garantendo loro le risorse necessarie per governare efficacemente il territorio.
Sul versante della mobilità e della qualità degli spazi pubblici?
In tema di mobilità, è necessario sviluppare strategie integrate che prevedano la diversificazione dell’offerta, la destagionalizzazione dei flussi, la promozione di forme di mobilità alternativa e un coordinamento efficace tra amministrazioni e operatori del settore. Per quanto riguarda la qualità degli spazi pubblici, la tutela del decoro urbano e una gestione efficiente dei rifiuti sono elementi fondamentali per garantire un’esperienza positiva sia per i turisti che per i residenti. L’eccessivo sfruttamento degli spazi pubblici, l’abusivismo commerciale e la difficoltà nella gestione dei rifiuti durante i periodi di alta stagione possono compromettere l’attrattività delle nostre destinazioni e la vivibilità dei nostri centri. È necessario investire nella riqualificazione degli spazi pubblici, promuovere comportamenti responsabili e adottare modelli di gestione dei rifiuti innovativi e sostenibili.