- Febbraio 22, 2017
Comunicati Stampa Anci
Terremoto – Valentini e Castelli: “Servono misure straordinarie a lungo termine”
“I Sindaci, che in questa fase sono dei veri e propri disaster manager, devono pensare a ...“I Sindaci, che in questa fase sono dei veri e propri disaster manager, devono pensare a misure a medio e lungo termine per dare continuità e speranza alle popolazioni colpite. Se sbagliamo la ricostruzione del territorio e del suo tessuto sociale ed economico ci troveremo tra qualche anno a dialogare con una comunità deserta”. E’ l’allarme lanciato dal sindaco di Siena e delegato Anci alla Protezione civile, Bruno Valentini, durante l’audizione dell’Associazione alla Camera sul Dl terremoto (8/2017).
“Il governo sta facendo bene – ha detto Valentini – ma le risorse messe in campo devono essere spese altrettanto bene, visto che riguardano il futuro di circa 1,3 milioni di cittadini. A noi Sindaci non servono misure tampone ma interventi straordinari, data la devastazione economica, sociale e culturale che il sisma ha causato. Lavoriamo perciò – ha concluso Valentini – a una ricostruzione che dia nuovamente speranza a questi territori”.
All’audizione, oltre ai sindaci di Teramo, Accumoli, Norcia e Crognaleto, ha preso parte anche Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno, vicepresidente Anci e delegato dell’Associazione alla Finanza locale. “E’ necessario – ha detto – attivarsi sui fronti della contabilità e del bilancio, per mettere i Comuni nelle condizioni di essere esonerati dai vincoli 2017. E’ una questione ineludibile”.
Riguardo le proroghe e le sospensioni per gli abitanti delle zone terremotate, il delegato Anci ha fatto presente che “sulla Tari va impostato un meccanismo che garantisca i gestori del servizio, anche in mancanza di affluenza delle risorse da parte dei cittadini. Serve quindi assolutamente una compensazione effettiva, e non solo formale. Inoltre è necessario intervenire tramite zone di fiscalità agevolata in favore dei nuclei produttivi, per tenerli sul territorio spingendoli ad investire, così da evitare la desertificazione economica delle zone già fortemente colpite dal sisma. La ricostruzione deve insomma tener conto della contingenza ma anche del futuro, visto che i consumi si stanno spostando sulle coste. Altrimenti – ha concluso Castelli – si corre il rischio che la ricostruzione possa essere del tutto inutile”.