• Maggio 7, 2021
di Francesca Romagnoli

Accadde in città

Terremoto del Friuli. Il ricordo dei sindaci dei Comuni di Osoppo, Venzone e Majano

I friulani lo chiamano l’Orcolat, l’orco che ha fatto tremare la terra. Era il 6 maggio 1976 quando le forti scosse del terremoto hanno provocato morte e devastazione, molti i Comuni colpiti e completamente distrutti. Parlano Luigino Bottoni (Osoppo) Amedeo Pascolo (Venzone) e Raffaella Paladin (Majano). Guarda il video
Terremoto del Friuli. Il ricordo dei sindaci dei Comuni di Osoppo, Venzone e Majano

OSOPPO

“Il Comune di Osoppo è stato l’epicentro del sisma e uno tra i 45 paesi disastrati”. Questo il ricordo del sindaco Luigino Bottoni: “quella sera si contarono più di cento vittime, i danni furono incalcolabili. Il Comune era completamente raso al suolo, dalla distruzione si salvarono soltanto due case del centro storico”. Ma nella tragedia l’avvio per una ricostruzione e una rinascita: “cominciarono ad arrivare i soccorsi, i primi organizzati dai cittadini – spiega il sindaco – poi da enti e associazioni mobilitati da tutta l’Italia”. E il primo cittadino conclude: “numerose anche le unità militari, europee, canadesi e americane che si impegnarono in una gara di solidarietà ancora indelebile nei nostri cuori”.

VENZONE

Dopo la strage, i superstiti cominciarono a contarsi, cinquanta quelli che rimasero tra le macerie in un paese totalmente distrutto. Questo il ricordo del sindaco Amedeo Pascolo: “Il borgo medievale di Venzone rappresenta un modello di ricostruzione con un centro storico che è stato riedificato numerandolo e ricollocandolo Dov’era e com’era, ‘pietra su pietra’, un modello di ricostruzione – precisa – unico in Europa.
Nella sua città murata – prosegue il primo cittadino – Venzone ospita Tiere Motus, una mostra permanente sulla storia del terremoto e della sua gente, dove i visitatori, attraverso un simulatore, potranno rivivere la drammaticità del sisma. Infine – conclude il sindaco Pascolo – per accrescere la cultura della prevenzione, il Comune è sede di una Scuola Internazionale di formazione per la gestione della risposta in emergenza sismica.

MAJANO

“In 59 interminabili secondi il terremoto cambiò per sempre la storia del Friuli, un evento devastante, 989 vittime, (131 nel Comune di Majano), 200mila senzatetto, case e fabbriche totalmente  distrutte”. Così il sindaco Raffaella Paladin che aggiunge: “insieme ai soccorsi si creò un ponte di solidarietà tra il Comune e le amministrazioni gemellate di San Zenone degli Ezzelini (TV) e Traversetolo (PR) che da subito organizzarono le operazioni per la ricerca dei corpi scavando tra le macerie. Al Commissario straordinario Zamberletti, designato dallo Stato a presidiare le attività successive al terremoto – ricorda il primo cittadino – fu riconosciuta la cittadinanza onoraria, e alla sua morte gli fu intitolata la sede della Protezione Civile”. E prosegue: “la solidarietà è ancora tangibile, perché gli americani hanno donato al nostro Comune la scuola primaria e secondaria di primo grado, la biblioteca e il Centro Anziani tuttora esistente”.
Quello pronunciato dal Vescovo del terremoto, Alfredo Battisti, Prima le fabbriche, poi le case, poi le chiese, divenne una linea programmatica per la ricostruzione seguita da amministrazioni e istituzioni. “Aiutati dalle famiglie residenti all’estero – spiega Paladin – i friulani riuscirono a ricostruire le loro case”. Ma non solo:  “in due anni, grazie anche ai contributi delle Stato, furono recuperati 118 mila posti di lavoro, gli stessi persi a causa del terremoto”.