- Gennaio 10, 2014
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Tasi – De Magistris a Radio 1: “Sindaci arrabbiati ed esattori delle tasse per conto del governo”
"Noi siamo davvero molto arrabbiati. Da una parte c'è stata una battaglia tutta ideologi..."Noi siamo davvero molto arrabbiati. Da una parte c’è stata una battaglia tutta ideologica per l’abbattimento delle tasse, poi abbiamo scoperto che le tasse non si abbassano perché si fa il gioco delle tre carte coi nomi: tassa di servizio, Imu, Tares, e la tassazione è sempre alta’. Lo ha detto Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, intervenendo a Prima di tutto, su Radio 1 in merito all’incontro Governo-Anci di ieri sulla nuova Tasi.
"Ma quello che è piu grave è che in questo modo gli amministratori locali, i sindaci diventano esattori delle tasse per conto del Governo. Il governo le mette e dice a noi sindaci di spedire le cartelle esattoriali e poi sul ricavato non ci trasferisce, come prevede la Costituzione, le quote che spettano ai comuni. Quindi assistiamo a due ordine di situazione: comportamento antidemocratico nei confronti delle autonomie locali e punitivo nei confronti dei cittadini, perché con meno risorse ovviamente ne vengono a soffrire la manutenzione delle strade, il trasporto pubblico e tutta quella serie di servizi utili alla collettività. Quindi cosi si fa un danno gravissimo a tutti i cittadini. Prendiamo il caso di Napoli – ha continuato De Magistris -. Noi, a differenza di altre città, abbiamo alzato più possibile le esenzioni Irpef per le fasce più deboli. Allora a questo punto lancio una sfida. Non volete trasferire localmente le risorse? Diamo un’autonomia tributaria agli amministratori locali, i sindaci decidono che tasse mettere e i soldi restano in città. Ho l’impressione che si possa parlare di patto di stupidità, non di stabilità. Dobbiamo decidere se questo Paese deve essere governato da chi viene eletto direttamente dal popolo, come accade per i sindaci o comunque da un governo legittimato dal Parlamento, oppure commissariato da alcune tecnocrazie. Questo è il tema del Paese: se vogliamo bloccarlo, lo faremo morire. Se lo vogliamo liberare, facendo ripartire investimenti ed economia, dobiamo pensare ai servizi essenziali, e agli interessi dei cittadini. Se il Paese si deprime e crolla, non si rialzerà mai. E’ politico il vero tema del Paese, in questo momento". (com/ef)