• Novembre 14, 2025
di Maria Teresa Pellicori

#Anci2025

Il contributo delle aziende alla 42ª assemblea Anci di Bologna

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Il contributo delle aziende alla 42ª assemblea Anci di Bologna
BOLOGNA – Fabio Costarella Conai, Fabrizio Palermo Acea, Luca Dal Fabbro Iren, Cristian Fabbri Hera, Bernardo Mattarella Invitalia e Dario Scannapieco Cassa Depositi e Prestiti
Fabio Costarella, Vicedirettore Generale Conai, ha rimarcato il rapporto storico che lega Conai ad Anci e ai Comuni da oltre 25 anni. “Questo – ha detto – ha portato tutti noi italiani ad essere leader europei nel riciclo di imballaggio. Va fatto un ragionamento sulla filiera e soprattutto sugli impianti finali di smaltimento, considerando anche le difficoltà dei Comuni in campo legislativo, economico, paesaggistico ed edilizio. Dobbiamo però anche insieme insistere sul valore della materia prima “seconda” di riciclo, nell’uso dell’economia circolare. Un anno e mezzo fa circa abbiamo lanciato un piano straordinario per le città metropolitane che hanno esigenze complesse. Ebbene, le grandi aree metropolitane, spesso in affanno sul tema riciclo, con uno sforzo ulteriore possono certo raggiungere il livello di riciclo del Paese che ormai è al 66 per cento. La spina dorsale del nostro Paese sono i piccoli Comuni, quelli sotto i 5000 abitanti: nel centrosud sono i Comuni a gestire in prima persona il ciclo integrato dei rifiuti con grandi difficoltà economiche e organizzative a causa soprattutto del personale ridotto. Conai è impegnata, insieme ad Anci, a costruire l’economia integrata dei rifiuti a cominciare dalla formazione, dall’informazione ai cittadini, dalle proposte operative concrete e quotidiane”.
Fabrizio Palermo, Amministratore Delegato Acea, si è soffermato sullo stato dell’infrastruttura idrica, considerata in molti casi la “Cenerentola” delle reti. “In realtà – ha detto – in molti paesi si presta al tema dell’acqua un’attenzione più significativa del passato, ma purtroppo ancora  si sottoinveste su questo settore. Ciò porta ad avere una perdita media nazionale del 46 per cento, che è inaccettabile e impatta anche sul settore agricolo e sui cicli industriali. Possiamo metterci mano subito e abbassare anche i costi di gestione. Sono temi fondamentali legati allo sviluppo ma anche e soprattutto alle grandi questioni “umane”: la salute, la vita, oltre a rappresentare un volano di sviluppo del Paese. Il Pnrr è stato un inizio importante con 5 miliardi di euro allocati, ma da soli non bastano a costruire il futuro. Dobbiamo inoltre, come ci chiede l’Europa discutere del tema cruciale del riuso, su cui auspico forti investimenti perché anch’ esso rappresenta un volano di sviluppo del Paese”.
Luca Dal Fabbro, Presidente Gruppo Iren, ha elencato i campi strategici su cui il gruppo interviene, ricordando ben 59 progetti Pnrr nei quali sono coinvolti. “Aumento resilienza della rete elettrica – ha detto – raccolta e differenziazione dei rifiuti, ciclo idrico e depurazione, teleriscaldamento. Questo per le attività correnti, ma siamo operativi anche in altri campi grazie al sostegno di Cdp: per esempio a Torino siamo impegnati nell’efficienza energetica di 800 edifici e con un investimento di 120 milioni di euro sull’efficientiamo energetico. Con i risparmi realizzati reinvestiamo in strutture di nuova generazione. Il futuro, ha ragione Rifkin, è nell’uso dell’acqua : per il teleriscaldamento e per raffreddare i futuri sono essenziali i datacenter. Lavoriamoci da subito e ragioniamo su come adottare il modello delle “utilities” anche al Sud del nostro Paese, per contrastare la diseguaglianza che genera costi maggiori in energia e riciclo dei rifiuti”.
Cristian Fabbri, Presidente Esecutivo Gruppo Hera, ha sottolineato come le utility stiano trasformando gli impegni del Pnrr in oltre 7 miliardi sul territorio, che diventano infrastrutture, idriche, di riscaldamento per il miglioramento ambientale. Pensiamo a cosa significa, soprattutto tenendo conto che lavoriamo a costruire infrastrutture valide economicamente ma che costituiscono anche l’asse fondamentale della decarbonizzazione. Solo per citare alcune realtà: Bologna e Ferrara per il riscaldamento, il riciclo di materiali della cosiddetta “Motor Valley” a Imola, ma anche l’impegno sull’idrogeno verde a Trieste”. 
Bernardo Mattarella, Amministratore Delegato Invitalia, ha ricordato il servizio di supporto tecnico e amministrativo di Invitalia sul territorio, in relazione soprattutto all’impegno richiesto dai progetti previsti dal Pnrr. “Stiamo gestendo circa 52 miliardi di euro di investimenti – ha detto – e abbiamo affidato 11 miliardi e mezzo di gare di cui 8 miliardi e mezzo gestiti con la procedura snella ma affidabile e trasparente degli “accordi quadro”. Il tema fondamentale è adesso andare oltre il Pnrr. È questa la sfida. Probabilmente con lo stesso set di procedure snelle e collaborative potremmo gestire anche i futuri fondi di coesione e gli investimenti sul territorio. Scegliendo anche le priorità: solo per citarne alcune, noi consideriamo l’impegno sui temi dell’abitare e della casa un aspetto fondamentale. E su questo stiamo impegnandoci anche in progetti futuri che interessano i Comuni, attraverso la tradizionale collaborazione che ci lega a loro”.
Dario Scannapieco, Amministratore Delegato Cassa Depositi e Prestiti, ha affrontato il tema Pnrr da un punto di vista differente, “come un elemento di discontinuità”. “Lo è per l’ottica degli obiettivi da raggiungere come priorità e lo è per una occasione di semplificazione delle procedure. Il Pnrr è un programma finanziario ma intrinsecamente è un programma di riforme e come tale va letto. Grazie all’accordo sottoscritto con l’Anci la scorsa settimana, ci impegniamo a lavorare ancora più strettamente con i Comuni, perché spesso questi enti scontano carenze di personale o di competenze specifiche. Di frequente le pubbliche amministrazioni hanno un’ampia dotazione di risorse finanziarie, in primis i fondi comunitari, ma non dispongono delle competenze interne necessarie per una programmazione di qualità di progetti attuabili e finanziabili, su cui poter spendere le risorse. Su questo Cdp interviene con la propria attività di advisory e di capacity building. La nostra attività ci ha portato ad avere un portafoglio crediti che è sostanzialmente diviso al 50 per cento tra quella che è la missione storica della Cdp, il supporto alla Pa e il sostegno alle imprese, e il nuovo piano, che prevede di impegnare risorse per 81 miliardi di euro attivando investimenti per circa 170 miliardi. Questo significa – ha concluso Scannapieco – che potremo seguire l’intero ciclo vita delle imprese, dalla fase di incubazione attraverso Cdp Venture Capital fino al successivo sviluppo e all’internazionalizzazione attraverso Simest che le accompagna nell’apertura di nuovi mercati. Sul Pnrr dò un giudizio positivo soprattutto per la programmazione introdotta. Ma bisogna continuare e programmare il “dopo Pnrr”, con attenzione al territorio e ai temi dei Comuni, che rimane una priorità di Cdp”.