• Ottobre 11, 2019
di Redazione Anci

Consigli comunali

Sindaci e presidenza della Camera ‘alleati’ nella difesa dei Beni Comuni

Il presidente Anci Decaro: “I Consigli comunali possono fare moltissimo per regolamentare i nuovi bisogni su cui si gioca la sfida della cittadinanza consapevole". Il presidente della Camera Fico: "Beni comuni essenziali per la vita e lo sviluppo dell'essere umano e della comunità di cui fa parte”
Sindaci e presidenza della Camera ‘alleati’ nella difesa dei Beni Comuni

“Come facciamo a legittimare l’esigenza di un gruppo di genitori di prendersi cura del cortile della propria scuola? Come possiamo garantire che un gruppo di associazioni possa riconvertire temporaneamente una ex caserma in un centro culturale? Possiamo permettere a un’associazione di volontariato ecologico di ripulire le nostre pareti comunali o piantumare un bosco urbano? Gli uffici oggi non hanno queste possibilità e probabilmente non hanno indirizzi chiari da parte dell’ente su queste nuove istanze e su questi nuovi bisogni. Invece i Consigli comunali possono fare moltissimo per intercettarli e regolamentarli. Perché su queste nuove sensibilità si gioca la sfida della cittadinanza consapevole e della democrazia locale”. E’ il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, a indicare la ‘mission’ dei Consigli comunali, rispondendo così alle sollecitazioni che arrivavano da un’appassionata platea di consiglieri comunali e amministratori chiamati nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino di Napoli all’iniziativa “Beni comuni e ruolo delle Assemblee elettive”, promossa dalla Conferenza Nazionale ANCI dei Consigli comunali.
Alla richiesta di ‘regolamentare i beni comuni, Decaro ha replicato: “A Bari, ma anche in più di 150 Comuni italiani che hanno intrapreso la sperimentazione, abbiamo adottato un regolamento che consente di gestire dal basso una palestra, una ex scuola, un giardino pubblico, qualificandolo come “bene comune”, al servizio della comunità. Ma beni comuni sono anche beni immateriali come la cultura e la socialità. E forse in un Paese in cui qualcuno ci vorrebbe chiusi in casa per paura o odiando gli altri, animare la città dal basso, collaborare nella gestione di un giardino o di un evento culturale possiamo stringerci la mano e ritrovarci comunità”.
Un dibattito intenso aperto dalle parole del presidente di Anci Campania, Domenico Tuccillo, per il quale “il primo bene comune da salvaguardare è l’Assemblea consiliare comunale, attaccata da più parti. Ci sono beni comuni che non sono vendibili e vanno valorizzati. In questo contesto vanno coinvolte persone di ogni generazione. Bisogna andare avanti su questa strada. È il futuro”.
i lavori si sono snodati con più interventi di consiglieri comunali provenienti da molte regioni italiane, alla presenza anche del prefetto di Napoli, Carmela Pagano. “Quello dei beni comuni è un versante di importanza strategica – ha dichiarato il Coordinatore Nazionale ANCI dei Consigli Comunali, Alessandro Fucito. – La creazione dell’Osservatorio sui Beni Comuni, la nascita delle Consulte popolari sono alcune delle tappe di un percorso molto serrato che solo la drammatica situazione congiunturale ha potuto in qualche modo rallentare, senza mai però fermarlo”.
“L’Anci non poteva scegliere città migliore per parlare di beni comuni perché tra le tante cose fatte in questi anni, noi abbiamo dimostrato che sui beni comuni si può passare dalle parole ai fatti, agli atti giuridici e alle azioni concrete”, ha aggiunto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.”Le delibere della nostra amministrazione sui beni comuni – ha concluso – sono state le prime in Italia”.
Conclusioni affidate al presidente della camera, Roberto Fico: “Discutere dei nostri beni comuni, di come tutelarli e valorizzarli, è fondamentale e più che mai attuale. Perché sono beni essenziali per la vita e lo sviluppo dell’essere umano e della comunità di cui fa parte. Beni su cui non si può fare profitto. A partire dall’acqua e dalla sua gestione, che deve essere pubblica, un tema che mi sta profondamente a cuore”.