• Marzo 11, 2013
di anci_admin

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Sblocco pagamenti – Corsera, viaggio nei tanti paradossi del patto di stabilità che paralizza le piccole opere dei comuni

C’è chi non può spendere i soldi avuti dall’assicurazione per riparare il ...

C’è chi non può spendere i soldi avuti dall’assicurazione per riparare il tetto del palazzetto dello sport. Chi, dovendo accorpare i vicini tribunali, non può investire per ristrutturare un palazzo disponibile. Chi ancora mette in cantiere opere paralizzate dai vincoli ciechi che frenano i municipi con i soldi in cassa. Il Corriere della Sera dedica un servizio ad alcune situazioni che evidenziano gli effetti perversi del patto di stabilità, che l’Anci vorrebbe superare con lo sblocco di almeno 8-9 miliardi di crediti alle imprese, per 20 mila appalti già assegnati.
A Piobbico il sindaco Giorgio Mochi ha in cassa ben 610 mila euro versati da un’assicurazione per i danni che una nevicata ha prodotto al locale palazzetto, ma non li può spendere per non ‘uscire’ dal patto. “Così io devo pagare l’assicurazione. Stavo pensando di denunciare lo Stato per danno erariale”, afferma il primo cittadino.
Ancor più paradossale quando sta accadendo a Pavia, dove il sindaco Alessandro Cattaneo ha individuato un immobile per inglobare i tribunali di Voghera e Vigevano, dando seguito alla razionalizzazione voluta dal governo. “Servono lavori di ristrutturazioni da un milione e mezzo di euro e per noi non sarebbe un problema perché in cassa di milioni ne abbiamo 25”. Ma tutto è congelato dal vincolo di non poter spendere neanche un euro.
La tagliola alla spesa per investimenti paralizza l’azione dei sindaci un po’ ovunque. Ad Andora, comune ligure che non ha mai fatto debiti, blocca il completamento del lungomare e la manutenzione dell’acquedotto. Mentre a Novara è a rischio un progetto di ampliamento del cimitero, peraltro necessario, che si finanzierebbe da solo con la messa in vendita dei loculi. E nell’elenco non mancano i piccoli comuni, come Castel Sant’Angelo (Ri) dove potrebbe bloccarsi persino la consegna a domicilio di medicine ed alimentari ad anziani.
Una situazione pesante, soprattutto per le ricadute sulle economie locali, al punto che il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, si chiede: “Non sarebbe meglio beccarsi un richiamo dall’Europa ma almeno pagare le ditte che lavorano e danno da mangiare alle famiglie?".
Certo non è facile far comprendere che i comuni, pur con i soldi in cassa, non possono pagare. Come capita per la ristrutturazione di una biblioteca comunale a Perugia. “Provate voi a spiegarlo a chi viene da noi perché sta fallendo. Prima o poi la rabbia che c’è in giro colpirà uno di noi”, afferma sconsolato il sindaco Wladimiro Boccali. (gp)