• Luglio 18, 2014
di anci_admin

Interventi

Riforme – Fassino a Radio 1: “Incongruo che sindaci in Senato siano eletti dai consigli regionali e non dai consiglieri comunali”

“Se il Senato deve essere rappresentativo delle autonomie locali è giusto che abbia una...

“Se il Senato deve essere rappresentativo delle autonomie locali è giusto che abbia una rappresentanza delle Regioni, mentre ci sembra che 21 sindaci su 8mila Comuni sia un numero limitato. Quello che è ancor meno fondato è però che questi sindaci non siano nominati dal corpo dei consiglieri comunali di tutta Italia – il che darebbe loro una legittimazione forte – ma dai consigli regionali: è una forma di legittimazione debole e ridicola”. Così il  residente dell’Anci, Piero Fassino, ospite della trasmissione Dovestate di Radio 1, interviene sulla questione della scarsa rappresentatività dei 21 primi cittadini che siederanno nel futuro Senato della Repubblica.
“I sindaci sono l’unica figura politico-istituzionale con una legittimazione che non ha nessuno altro”, continua il numero uno dell’Anci. “Un sindaco in Italia, per essere tale, deve essere eletto con almeno il 51 per cento dei voti, al primo o al secondo turno. Con questa percentuale, non vengono eletti né i presidenti di Regione – si può diventarlo anche con il 40 – né i parlamentari che sono nominati sulla base all’ordine di lista. E’ paradossale che contestano la legittimazione dei sindaci quelli che hanno meno legittimazione di tutti noi”.
Quanto poi all’eccezione della difficoltà di conciliare il ruolo di amministratore locale con quello di parlamentare, Fassino ritiene sia solo un problema di organizzazione del lavoro. “A parte che in Francia tutti i parlamentari sono sindaci, qui si dà per scontato un modello organizzativo di una Assemblea che lavora 365 giorni all’anno, mentre ci sono altri modelli, come quello del Parlamento europeo. Lì – è la considerazione del presidente Anci – la sessione plenaria in aula si svolge una volta al mese per una settimana intera, e le altre settimane si lavora per commissioni: adottando questo modello si renderebbero compatibili le due figure di senatore e sindaco”.
Venendo poi al tema della trasmissione, dedicata all’impatto che la crisi economica ha avuto nelle diverse realtà territoriali italiane, il sindaco di Torino ricorda le politiche messe in atto dalla sua amministrazione, a fronte dei notevoli tagli subiti in questi anni ai trasferimenti statali. “Per continuare ad erogare gli stessi servizi ai cittadini, abbiamo dovuto attuare misure di riorganizzazione della macchina comunale e del personale, vendere degli immobili o cedere quote di società partecipate”. E’ in questo modo che “secondo uno studio del Mef, siamo stati l’amministrazione più virtuosa. Non credo – conclude Fassino – che ci sia altra strada possibile per resistere alla crisi economica, liberando in questo modo risorse per investimenti e servizi per la cittadinanza”. (gp)