- Novembre 8, 2023
Ambiente
Rifiuti radioattivi, Comuni di Latina e Trino in audizione sul deposito unico nazionale
La Commissione Ambiente della Camera ha audito i sindaci interessati nell'ambito dell'esame, in sede referente, della proposta di legge di modifica dell'articolo 27 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, in materia di procedimento per l'individuazione dell'area destinata al parco tecnologico e del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi a bassa e media intensità
La realizzazione di un deposito per le scorie nucleari nel Comune di Latina “è molto difficoltosa”, è quanto ha affermato in audizione davanti alla Commissione Ambiente della Camera, l’assessore al bilancio Franco Addonizio, intervenuto in rappresentanza della sindaca Matilde Eleonora Celentano. La commissione ha audito i sindaci interessati nell’ambito dell’esame, in sede referente, della proposta di legge di modifica dell’articolo 27 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, in materia di procedimento per l’individuazione dell’area destinata al parco tecnologico e del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi a bassa e media intensità.
“Noi – ha detto l’assessore – ospitiamo una centrale in dismissione ed una mai partita, a due passi dal Parco nazionale del Circeo, dal mare e da un poligono di tiro; quindi, la realizzazione nel nostro territorio di un deposito nazionale è molto difficoltosa. Siamo anche un’ex palude – ha proseguito – quindi abbiamo un sistema complicatissimo di canali che nel tempo sono stati perlopiù tombati. Ci troviamo in un territorio delicatissimo e per questo per noi è molto difficile proporci come deposito nazionale per le scorie radioattive”.
“La nostra situazione è diversa: l’area attorno a Trino, dove c’era la centrale Enrico Fermi, fiore all’occhiello del nostro territorio fino al suo spegnimento e la trasformazione in deposito temporaneo che comprende anche l’area di Saluggia, vede nel raggio di pochi chilometri in Piemonte il 73% di rifiuti radioattivi e il 90% dei materiali di scarto. Abbiamo dunque interesse che questo deposito venga realizzato quanto prima con il relativo parco tecnologico”. È quanto ha detto da parte sua il sindaco di Trino, Daniele Pane che ha posto l’attenzione anche sulla necessaria conclusione dell’iter per l’individuazione del deposito unico nazionale.
“Ho sempre manifestato perplessità sull’iter per i tempi troppo lunghi. Ci sono voluti sette anni per la pubblicazione della Cnapi diventata poi Cnai (Carta nazionale aree idonee) e che non è stata ancora pubblicata. Per questo – ha precisato il sindaco – è necessario concludere l’iter come previsto dalla legge e avviata l’interlocuzione con i territori individuati come idonei. Se non ci dovesse essere ‘accordo’ tra questi ultimi e lo Stato ci rendiamo disponibili ad effettuare una ulteriore indagine sul nostro territorio per trovare una soluzione alternativa. Va pubblicata però la Cnai e bisogna permettere autocandidature e disponibilità da parte dei territori interessati”. Mentre il Comune di Caorso, con l’intervento della sindaca Roberta Battaglia, ha precisato che, “a differenza di Trino non c’è questa disponibilità al deposito è invece importante utilizzare il sito per l’impiego di energie alternative”.