• Settembre 11, 2015
di anci_admin

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Resilienza urbana – QEL Sole24Ore, 100 Resilient Cities: parte la sfida delle città, domande entro il 24 novembre

di Simone D'Antonio             Promuovere...

di Simone D’Antonio
           
Promuovere l’impegno concreto delle città in favore della resilienza urbana è l’obiettivo dell’iniziativa «100 Resilient Cities Challenge», a cui è possibile candidarsi per aderire fino al 24 novembre. I Comuni con più di 50mila abitanti sono il target principale del programma che negli ultimi anni sta conducendo la Rockfeller Foundation per sostenere le amministrazioni locali nello sforzo di adattamento alle sfide ambientali, sociali ed economiche che città di tutto il mondo si trovano ad affrontare in questi anni.
Il programma si propone di supportare la capacità di programmazione strategica delle città attraverso un finanziamento diretto fino a un milione di dollari per l’assunzione di un Chief Resilience Officer, un funzionario che assisterà le città nella definizione di una strategia in favore della resilienza urbana capace di fare da tramite tra amministrazioni locali, imprese e società civile.
I temi della sfida
Dalla riqualificazione urbana all’integrazione di rifugiati e migranti, dall’housing all’adattamento del territorio in caso di calamità naturali: sono numerosi i temi su cui ogni città può lanciare la propria sfida e chiedere il supporto di un team internazionale di esperti capaci di collegare pratiche e conoscenze sviluppate da medi e grandi contesti urbani già coinvolti nelle edizioni precedenti del programma.
Non solo le città possono partecipare ma anche università, organizzazioni non profit, camere di commercio o centri di ricerca a patto che dimostrino un chiaro legame operativo con l’amministrazione locale che si intende coinvolgere nel progetto locale. Elementi decisivi per la scelta dei contesti urbani che entreranno a far parte dell’ambito gruppo di città resilienti saranno un forte impegno politico o dell’amministrazione tutta riguardo alla strategia o al tema che si intende affrontare, la capacità effettiva di coinvolgimento di differenti settori della società civile ma soprattutto la presenza di un fenomeno o di un’emergenza particolarmente stringente che colpisce la città e i suoi residenti: una calamità naturale (come un terremoto o un’inondazione) oppure un problema irrisolto da anni (come un trasporto pubblico inefficiente, infrastrutture sanitarie insufficienti o elevati tassi di disoccupazione e disagio urbano) rappresentano la spinta necessaria per individuare strategie condivise per una città che intende resistere e magari crescere proprio a partire dai suoi punti di maggiore criticità.
Le esperienze di Roma e Milano
I temi e le azioni su cui si sono focalizzate decine di città mondiali nelle edizioni precedenti possono fornire spunti utili per impostare la sfida su cui concentrare un piano di resilienza urbana. Roma e Milano sono le uniche due città italiane selezionate negli anni scorsi dal panel internazionale di esperti per realizzare una strategia resiliente con il supporto del programma lanciato nel 2013.
A Roma i cittadini sono attivamente coinvolti nella definizione delle priorità di intervento da inserire nel piano sulla città resiliente che si focalizzerà su contrasto all’inquinamento atmosferico e ambientale, all’erosione del suolo, all’innalzamento del livello del mare e alle inondazioni. A partire da giugno, sotto la guida del Chief Resilience Officer individuato dal progetto, un questionario per individuare i bisogni dei residenti su questi temi è stato pubblicato nei quotidiani gratuiti distribuiti nelle stazioni di metropolitana e reso disponibile online sul sito del Comune. L’obiettivo è quello di definire azioni e prospettive di sviluppo a partire dai reali bisogni dei residenti, con l’intento di rendere la città più vivibile e sicura.
Milano sta invece elaborando un set di azioni capaci di migliorare la capacità di risposta dell’amministrazione locale in caso di emergenze legate ai cambiamenti climatici, dalle ondate di caldo estive alle alluvioni. A questi temi si aggiunge l’impegno della città per affrontare emergenze sociali che da tempo affliggono la città, come il problema dell’housing sociale o dell’accesso equo e garantito ai servizi pubblici, che possono causare tensioni sociali specialmente nelle fasce più vulnerabili. Su entrambi i fronti, ambientale e sociale, Milano punta a sviluppare una rafforzata collaborazione con i diversi livelli istituzionali nonché con le organizzazioni della società civile per sviluppare strategie capaci di rendere la città più resiliente anche a partire da azioni e strategie già in corso di attuazione.