- Ottobre 8, 2013
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Referendum fusioni Toscana – Pesci (Anci Toscana): “Buona partecipazione al voto. Devono essere strumento di gestione associata”
"I referendum sulla fusione tra Comuni che si sono svolti tra domenica e lunedì hanno fa..."I referendum sulla fusione tra Comuni che si sono svolti tra domenica e lunedì hanno fatto registrare una buona partecipazione al voto. In quattro casi, i cittadini hanno dato un’indicazione chiara confermando la proposta che proviene direttamente dalle amministrazioni comunali. Nei restanti cinque invece assistiamo a verdetti non concordi tra i diversi comuni coinvolti".
E’ il commento del segretario di Anci Toscana Alessandro Pesci, in merito all’esito dei referendum che si sono svolti tra domenica e lunedì in 19 Comuni toscani.
Pesci si sofferma anche ad analizzare i possibili motivi della vittoria del no o comunque di risultati non unanimi tra i diversi comuni: "Come Anci Toscana insistiamo molto sul fatto che siano i Comuni stessi a promuovere le fusioni e che i sindaci siano impegnati in prima persona. La scelta di intraprendere il percorso verso la fusione deve essere frutto di un percorso serio e approfondito, anche ad esempio attraverso studi di fattibilità, e non di una valutazione superficiale, né tantomeno legata a fini politici, perché in questi ultimi casi il processo rischia di non arrivare a compimento o comunque, anche se la fusione va in porto, di non rispondere davvero all’esigenza per cui nasce, e cioè la gestione associata dell’ente in un’ottica di efficienza, efficacia ed economicità".
Cosa succederà adesso? "A questo punto – spiega Pesci – confidiamo che il Consiglio regionale voglia deliberare rispetto all’istituzione dei Comuni unici nei casi in cui il referendum ha dato esito positivo, come è già successo per tre delle quattro consultazioni che si sono svolte in aprile, mentre, pur nel pieno rispetto delle prerogative del Consiglio, che è sovrano, ci aspettiamo che nei casi in cui il verdetto non è unanime, non vengano prese decisioni inappropriate rispetto ai risultati".
Una volta deliberata dal Consiglio regionale la legge sulla fusione "i cittadini dei Comuni interessati – prosegue Pesci – dopo una fase di commissariamento dell’ente a partire da gennaio, saranno chiamati alle urne a maggio nella prossima tornata amministrativa per l’elezione degli organi. Come Anci Toscana auspichiamo che i commissari che saranno individuati da gennaio tengano conto e si avvalgano dell’esperienza dei sindaci uscenti".
Nei casi in cui hanno prevalso i no o comunque il verdetto non è stato unanime, e il percorso verso la fusione è destinato ad arrestarsi, "resta comunque aperto il tema di come garantire le tre "e" – conclude Pesci – ad esempio attraverso Convenzioni o Unioni".
Infine, in base alle informazioni in possesso di Anci Toscana, sono 6 i restanti casi in cui è stata avviata una discussione, a diversi livelli, in merito ad una ipotesi di fusione: Gaiole in Chianti – Radda in Chianti, in provincia di Siena; Giuncugnano – Sillano in provincia di Lucca; Cantagallo – Vaiano – Vernio, in provincia di Prato; Abetone – Cutigliano – Piteglio – San Marcello Pistoiese in provincia di Pistoia; Arcidosso- Castel del Piano, in provincia di Grosseto; Capolona – Subbiano in provincia di Arezzo. (com)