• Aprile 13, 2015
di anci_admin

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Pubblicità sessista – Lembi: “Serve normativa nazionale di contrasto, i Comuni danno già l’esempio”

“Sulle affissioni e la collocazione di pubblicità sessiste, i Comuni stanno facendo la ...

“Sulle affissioni e la collocazione di pubblicità sessiste, i Comuni stanno facendo la propria parte anche in assenza di provvedimenti nazionali che mettano la stessa regola in tutto il Paese. Auspichiamo perciò un provvedimento nazionale il prima possibile perché tali pubblicità costituiscono una intollerabile violazione della dignità di tutti, uomini e donne, e offendono l’integrità morale e sociale delle persone”. Così la presidente della commissione Pari opportunità Anci, Simona Lembi, a margine dell’apertura dell’anno 2015 dello Iap – l’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria – tenutosi questa mattina a Milano presso il Centro Svizzero.
“Con il protocollo firmato nel 2014 dal presidente Anci Fassino e dal presidente dello Iap Floridia – ha detto la Lembi – i Comuni passano dagli auspici ai fatti. Le azioni degli enti locali siano quindi da esempio e da pungolo affinché si dica chiaramente che in Italia si combattono a tutto campo gli stereotipi di genere”. 
“I primi richiami europei su questa materia – ha ricordato l’esponente Anci – risalgono al 1987 quindi il tema non è una novità. L’elemento nuovo, invece, è rappresentato dalla sempre crescente rappresentanza femminile nelle istituzioni locali e nazionali che non è più disposta a fare ‘spallucce’ rispetto a certi contenuti denigranti nelle pubblicità”. 
“Fino ad ora – ha continuato la Lembi – c’è stata troppa tolleranza. Questo non significa voler frenare la libertà di espressione o la libera espressione pubblicitaria ma queste devono essere portate avanti nel rispetto e nella tutela della dignità delle persone”.  Lembi ha infine ricordato il percorso sperimentale avviato dal Comune di Bologna che “non vuole essere punitivo” ma che modifica il regolamento sia riguardo le affissioni sia per quanto concerne la collocazione delle insegne e dei cartelli pubblicitari. Il nuovo regolamento, infatti, presume la sottoscrizione di una clausola di autodisciplina che previene eventuali pubblicità offensive e, qualora ve ne siano i presupposti, prevede l’eliminazione stessa della pubblicità ritenuta denigratoria e sessista. (ef)