- Febbraio 27, 2014
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Proteste contro la razzionalizzazione
L'Anci: si tolgono servizi a realtà già in crisi L'APPELLO parte dall'Anci, l'associ...L’Anci: si tolgono servizi a realtà già in crisi
L’APPELLO parte dall’Anci, l’associazione dei Comuni italiani. «È assurdo fare progetti per sostenere l’entroterra e al contempo eliminare servizi essenziali come le poste. Fermiamo la chiusura e troviamo una soluzione nell’ambito dei progetti sulle Aree Interne discussi nei giorni scorsi a livello regionale e nazionale». Anci prende così posizione nella protesta contro la decisione delle Poste di chiudere 23 uffici in altrettanti piccoli Comuni liguri. Contro il progetto l’associazione del Comuni liguri si era già dichiarata fortemente contraria lo scorso maggio durante un incontro con il responsabile per l’area Nord Ovest di Poste Italiane. Secondo Anci si tratta di «una scelta assurda che contrasta i progetti e le attività in corso per rivitalizzare e promuovere le zone interne della Liguria». Risale, infatti, a inizio febbraio il tour ligure effettuato da Anci e Regione insieme a Fabrizio Barca, dirigente del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del ministero dell’Economia, per analizzare tutta una serie di progetti territoriali – riuniti sotto la denominazione ‘Strategia Aree interne’ – destinati a portare finanziamenti già stanziati per promuovere nelle zone rurali servizi in tema di istruzione, sanità e mobilità e al contempo creare sviluppo locale. «È’ chiaro che è inutile fare questi sforzi per aiutare il territorio, già abbastanza provato dalla crisi e dalle calamità naturali, mentre si pensa di chiudere servizi essenziali quali le poste», dice Pierluigi Vinai, segretario di Anci Liguria. Secondo Anci – che fin delle prime indiscrezioni sul piano delle poste ha iniziato a ricevere reazioni e proteste da parte dei Comuni interessati – bisogna affrontare il problema in un modo diverso. «Chiediamo alle Poste e alla Regione di fermare il progetto di chiusura e di poterci confrontare per inserire il tema degli uffici postali nel contesto generale dei progetti per le Aree Interne – continua Vinai – ci pare la cosa più sensata da fare, anche tenendo conto che le Poste sono di proprietà pubblica e devono quindi fare il possibile per garantire i servizi e non eliminarli».
27/02/2014 Il Secolo XIX – Genova Pag. 18