• Maggio 20, 2014
di anci_admin

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Project financing – Ance-Anci, suo rilancio passa da efficace triangolazione enti pubblici, concessionari e banche

Per superare le difficoltà che limitano l’efficacia delle operazioni di partenariato pu...

Per superare le difficoltà che limitano l’efficacia delle operazioni di partenariato pubblico-privato si deve rafforzare la cooperazione tra ‘i lati’ del triangolo che lega concedenti, concessionari e mondo bancario, partendo da regole condivise. Ma soprattutto va focalizzata l’attenzione sulla gestione delle opere pubbliche realizzate, cosa molto più importante della realizzazione dell’opera, sia per il servizio offerto ai  cittadini, che per il ritorno economico dell’investimento. Il dato è emerso dal convegno svoltosi oggi a Roma presso l’Ance, occasione per presentare le Linee guida per predisporre le convenzioni di concessione e gestione. Il documento nasce da un gruppo di lavoro sulla standardizzazione dei contratti nelle operazioni di Ppp, promosso e coordinato dall’Ance, con la partecipazione di Anci, Abi e Università Tor Vergata, e di esperti provenienti tra l’altro da Banca d’Italia, da Cdp e da DPS/UVAL.
Il vice presidente dell’Ance, Vincenzo Di Nardo, ha ricordato che il contenimento della spesa pubblica, indotto dalle politiche di austerity degli ultimi anni, si è abbattuto di più sulla spesa in conto capitale, ridottasi nell’ultimo lustro del 30 per cento, a fronte di quella corrente, contrattasi del tre.
“In questo scenario – ha osservato – il Ppp potrebbe essere visto come la panacea per ovviare al calo di risorse, anche se lo strumento non può essere valido per ogni opera”. Prova ne sia che, secondo una ricerca sul project financing, tra il  2003 e il 2009 la mortalità dei bandi pubblici è stata del 75 per cento: solo un terzo di quelli promossi è arrivato alla fase di gestione. Da qui la necessità di “considerare che, con il Ppp, si va verso la logica della triangolazione tra enti pubblici, concessionari e banche, tutti interessati alla gestione dell’opera pubblica che è la vera fase cruciale per la riuscita delle operazioni”, ha affermato Di Nardo.
Sulla valenza di questa collaborazione, che deve legare soprattutto Ance e Comuni, si è soffermato anche Bernardo Bini Smaghi, di Cassa Depositi e Prestiti, che ha evidenziato il ‘paradosso italiano’ di una notevole vivacità del mercato dei bandi, con il contraltare di un forte tasso di opere pubbliche incomplete. Un fallimento che ha motivato riferendosi alla “carenza delle capacità professionali richieste per la programmazione, l’affidamento e la gestione; ad un inadeguato livello di preparazione sugli studi di fattibilità di progettazione e di strutturazione del contratto di PPP offerto al mercato; e soprattutto all’uso sproporzionato dei ricorsi amministrativi”.
Per questo motivo, l’esponente di Cdp ha salutato con soddisfazione il work in progress avviato dal gruppo di studio, auspicandone una differenziazione con una struttura di regole mirate per le piccole opere pubbliche, che rappresentano la fetta più grossa del mercato italiano.
Accenti analoghi anche da Claudio Lucidi, che ha sintetizzato il punto di vista dell’Anci, pienamente coinvolta nella costruzione delle ‘nuove regole’ che “ha visto per la prima volta un tavolo di confronto su questi aspetti”.
Partendo dai dati secondo cui i settori più interessati all’uso degli strumenti di Ppp sono quelli dei trasporti e delle utilities, Lucidi ha auspicato che l’attenzione degli operatori si concentri molto di più sulla gestione delle opere pubbliche. “Dobbiamo andare oltre la visione del breve periodo, i due-tre anni necessari alla loro costruzione, per soffermarci sulla gestione e sui risultati, che si valutano nell’arco di 15-20 anni”, ha affermato.
Un ‘cambio di filosofia’ che, a suo parere, è necessario perché “il project financing è cosa diversa se utilizzato dalle amministrazioni pubbliche, per le quali la logica è quella di soddisfare una clientela elevando gli standard di qualità”. E’ questo l’unico modo per “superare i problemi di bancabilità che hanno frenato il decollo del Ppp, oltre che l’unica via – ha concluso – per arrivare ad una gestione efficiente dell’opera con cui ripagare l’investimento effettuato”. (gp)