- Marzo 12, 2024
Città capoluogo
Progetto MediaAree, l’identikit per i Comuni capoluogo del Sud, primo tema di confronto a Brindisi
Gli interventi dei sindaci: Giuseppe Marchionna (Brindisi), Domenico Bennardi (Matera), Giuseppe Cassì (Ragusa), Maria Limardo (Vibo Valentia) e Pietro Morittu (Carbonia). Il saluto della presidente di Anci Puglia Fiorenza Pascazio
BRINDISI – L’identikit dei Comuni capoluogo del sud: questo il tema della prima sessione di lavori su cui si si sono confrontati i sindaci presenti al convegno “109 Città un solo Paese. I Comuni capoluogo d’Italia” che si sta svolgendo a Brindisi nell’ambito del progetto MediAree.
In apertura il saluto di Fiorenza Pascazio, sindaco di Bitetto, Presidente Anci Puglia. “E’ un confronto importante quello odierno, che evidenzia il ruolo fondamentale dei Comuni capoluogo che divengono conduttori positivi di energie e di esperienze, capaci di costruire quella rete territoriale virtuosa che consente di colmare disomogeneità di situazioni di partenza. Pensiamo alle aree interne e ai Piccoli Comuni che devono dialogare con le grandi città costiere, turisticamente più avanzate o industrialmente più produttive. Quindi le città capoluogo si trovano ad essere protagoniste, fungendo da traino e divenendo soggetti aggregatori di esperienze e di esigenze completamente diverse”. Per Pascazio, “ormai le sfide che ci vengono proposte ci portano a cambiare il paradigma della prospettiva, pensiamo alla crisi climatica o alla rigenerazione urbana, specialmente dopo la valanga di finanziamenti che stanno arrivando sui territori, queste sfide vanno affrontate a livello di macroarea e con una visione di sistema allargata”.
“Abbiamo aderito con entusiasmo al progetto Mediaree anche perché la nostra città ha una lunga esperienza di progettazione partecipata che risale ai primi anni del Duemila”, ha evidenziato il sindaco di Brindisi Giuseppe Marchionna. “Da parte nostra è stato facile proporci come comune pilota del progetto perché possiamo vantare su tre elementi chiavi per tutto il territorio di area vasta: il porto, una forte infrastruttura di trasporti e la recente riscoperta di un patrimonio culturale e monumentale. Su quest’ultimo stiamo puntando molto: la nostra ambizione è quella di fare di Brindisi una delle capitali italiane del turismo lento, esperienziale e trasformativo. Senza dimenticare l’importanza delle nuove tecnologie, grazie all’avvio di uno smart Lab, che punta ad essere riferimento per le imprese basate sulle nuove tecnologie”.
Da parte sua Domenico Bennardi, sindaco di Matera, ha ricordato come la scelta della sua città come Capitale della cultura “abbia rappresentato un forte volano per la conoscenza di Matera e del suo territorio. Da parte nostra – ha spiegato – abbiamo un debito di riconoscenza nei riguardi delle aree interne che cerchiamo di riconnettere al Comune capoluogo anche attraverso iniziative concrete, come ad esempio il portale Matera Welcome su cui abbiamo inserito tutti gli itinerari turistici della provincia”. Proprio questa riconnessione tra Comune capoluogo ed aree interne è per Bennardi la chiave di volta per progettare il futuro dei territori. “Dobbiamo fare rete ed in questo senso si potrebbero istituzionalizzare le forme associative delle Unioni dei Comuni, che ci permettono di condividere le risorse umane e finanziarie disponibili per far dialogare i territori”.
Giuseppe Cassì, sindaco di Ragusa, ha invece tratteggiato il contesto in cui si trova la sua città ed il suo hinterland. “Siamo porta verso l’Africa e il nostro comprensorio ha ormai uno status turistico ampiamente riconosciuto, ma scontiamo un fortissimo gap sul fronte delle infrastrutture, tanto che sul nostro territorio passano solo pochi chilometri di autostrada. Non chiediamo grandi infrastrutture ma chiediamo un minimo di attenzione per non sentirci emarginati”. Anche perché “stiamo puntando molto sul turismo attraverso un piano strategico che coinvolge i Comuni del territorio”. Il sindaco ragusano ha toccato poi il tema chiave dell’emigrazione giovanile che ha assunto proporzioni devastanti. “A Ragusa come in moltissime città del Sud i giovani, finita la scuola, preferiscono emigrare non vedendo prospettive lavorative. Bisogna organizzarci per politiche che puntino a trattenere i giovani che sono il futuro delle nostre comunità, garantendo loro la possibilità di restare a condizioni economiche vantaggiose”.
“La mia città, essendo capoluogo di una provincia molto piccola, svolge giocoforza il ruolo di punto di riferimento dell’intero territorio, anche per la presenza del porto, dell’ospedale e delle principali istituzioni scolastiche”, ha ricordato il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo. “Abbiamo molti punti di contatto con Brindisi, a partire dal porto cittadino che fa parte di un’Autorità portuale, ma anche il patrimonio culturale con l’antico porto romano di recente valorizzato ed ancora la presenza di un’area industriale soggetta a forte desertificazione. Per questo motivo propongo un gemellaggio al mio collega Marchionna. Limardo ha espresso l’auspicio che la grande occasione del Pnrr porti frutti duraturi massimizzando il grandissimo sforzo fatto dai Comuni. “Spero che tutte queste risorse riversate nei Comuni possano ritornare nei Comuni. E’ molto importante che a livello centrale si capisca che noi non siamo la controparte, ma una parte essenziale per il funzionamento del sistema Paese”.
“Il futuro dei nostri territori passa dalla nostra capacità di diventare attrattori di enti, intelligenze e strumenti che ci consentano di programmare il futuro contrastando lo spopolamento da un lato e l’invecchiamento della popolazione dall’altro”, ha detto Pietro Morittu, sindaco di Carbonia. “Appena insediato mi sono interrogato su come dare slancio alla città che ha una storia recente e che aveva il suo punto di forza nella mescolanza nelle provenienze diverse. Ci siamo concentrati innanzitutto su una revisione completa dell’identità del territorio, puntando innanzitutto ad innalzare il livello dei servizi offerti alla comunità. Abbiamo identificato Carbonia come ‘la città e la sua miniera’, intesa come catalizzatore di esperienze diverse, come il progetto di rigenerazione urbana della vecchia miniera di Serbariu che ha trasformato Carbonia in una città museo. Ma vogliamo anche valorizzare il patrimonio storico culturale del territorio e soprattutto riportare capitale umano. Ad esempio, con il progetto per una Hydrogen valley che studia la trasformazione del carbonio in idrogeno e con la convenzione con l’Agenzia regionale del trasporto con la creazione di una stazione per usare l’idrogeno sui mezzi pubblici”.