- Luglio 30, 2021
Accadde in città
Prima scalata K2. Ghedina (sindaco Cortina) e Reinhold Messner: “Orgoglio di un’impresa nazionale”
La battezzarono la Montagna degli italiani: era il 31 luglio 1954, 67 anni fa, quando i due alpinisti, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli conquistarono la vetta del K2, la seconda montagna più alta del mondo. Guarda il video con il sindaco Ghedina e Reinhold Messner
La battezzarono la Montagna degli italiani: era il 31 luglio 1954, 67 anni fa, quando i due alpinisti, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli conquistarono la vetta del K2, la seconda montagna più alta del mondo. Una data memorabile: i due scalatori piantarono la piccozza con la bandiera italiana, una salita storica, un’impresa che ha dato al Paese un ruolo di primo piano in Europa e nel mondo.
Per il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina l’alpezzano Lacedelli, classe 1925 “è punto d’orgoglio di quella conquista titanica, rappresenta la storia dell’arrampicata e rimane un riferimento per gli sportivi con la passione dell’alta quota”.
Lacedelli nasce come scalatore con il Gruppo Scoiattoli di Cortina, organismo, ed emblema comunale, fondato il 1º luglio 1939 da uomini distinti dal caratteristico maglione rosso, alpinisti e arrampicatori animati da spirito di gruppo e dalla passione per le vette, “una cultura della montagna, portata dagli scalatori inglesi di fine ‘800, che ha segnato profondamente la storia di Cortina”. E Ghedina conclude: “conquiste memorabili come l’impresa di Lacedelli del 1954, fanno parte della nostra storia, cultura, tradizione e del nostro futuro”.
L’alpinista Reinhold Messner commenta con queste parole la scalata del K2: “un’impresa gloriosa e una grande sfida per il Paese” e ricorda la salita come “uno scatto d’orgoglio dell’Italia, una conquista realizzata da uomini capaci di superare le vette più alte del mondo”.
Fu l’esploratore Ardito Desio, capo della spedizione patrocinata dal CAI, ad avere l’ambizione di sfidare gli 8611 metri, un obiettivo centrato da un gruppo di alpinisti fuoriclasse.
“A Compagnoni e a Lacedelli fu attribuito il riconoscimento di aver conquistato la vetta, hanno scattato foto e registrato filmati per dimostrare di aver raggiunto la cima. Ma fondamentale per la riuscita dell’impresa e per la fase conclusiva dell’ascensione è stato il contributo e il merito di Walter Bonatti, beniamino della spedizione – commenta Messner – “. Una sfida impossibile per il giovani alpinista: affrontando valanghe, freddo e senza un riparo, raggiunse gli oltre ottomila metri per trasportare le bombole d’ossigeno, indispensabili ai due scalatori per portare a termine l’impresa. “Senza il suo intervento – conclude Messner – i due compagni di cordata non sarebbero riusciti a raggiungere la vetta”.