• Febbraio 23, 2017
di anci_admin

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Politiche di coesione – Falcomatà: “Per cambiare volto alle nostre città serve piano opere integrato con strumenti finanziari”

“Il piano triennale delle opere pubbliche è uno strumento vetusto che da solo non riesc...

“Il piano triennale delle opere pubbliche è uno strumento vetusto che da solo non riesce a cambiare il volto delle nostre città. Bisogna arricchire questo documento con qualcosa in più, integrandolo con tutti gli strumenti finanziari utili ad una efficace programmazione strategica”. Lo ha evidenziato Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria e delegato Anci alla gestione dei beni confiscati alla mafia, partecipando ad una tavola rotonda sulla partnership pubblico-privato che ha animato la seconda parte del convegno Anci Ifel sulle opportunità legate al nuovo ciclo di programmazione comunitaria.
Rispondendo alle domande del giornalista del Sole 24 Ore Dino Pesole, il sindaco reggino ha ricordato l’importanza dell’avvento delle nuove regole sul bilancio armonizzato. “La nuova disciplina entrata in vigore tra il 2015 ed il 2016 ha fatto veramente pulizia nei bilanci ponendo fine ad un metodo che consentiva l’approvazione di documenti inesistenti, grazie all’uso disinvolto dei residui”, ha spiegato Falcomatà.
Da questo punto di vista il sindaco metropolitano reggino, rincuorato dal fatto che i tagli al comparto metropolitano abbiano ora escluso i settori della manutenzione stradale e l’edilizia scolastica, ha sottolineato l’importanza del documento unico di programmazione. “E’ lì che la singola amministrazione comunale può lasciare la sua impronta concreta, inchiodando anche la struttura burocratica alle proprie responsabilità”, ha affermato.
Falcomatà ha poi fatto cenno alle difficoltà che incontrano i Comuni, come Reggio Calabria, sottoposti ai vincoli stringenti del piano di rientro finanziario. “Siamo obbligati a tenere le aliquote al massimo e possiamo assicurare ai cittadini solo i servizi pubblici essenziali. Ma ci sono servizi a domanda individuale, come gli asili nido, che sono percepiti dai cittadini come essenziali. Per assicurarli non possiamo fare spallucce. L’unico modo che ci resta è quello di fare ricorso ai fondi della Pac, grazie ai quali – ha concluso il sindaco reggino – siamo riusciti ad aprire ben tre strutture per l’infanzia nell’ultimo anno”. (gp)