• Luglio 13, 2018
di Federica Demaria

#PiccoliComuni2018

Castelli: “Riempire di contenuti e risorse la Realacci per far ripartire i territori”

Il coordinatore piccoli comuni Anci:  “La Conferenza di Viverone ha un’importanza fondamentale: è il primo appuntamento che riunisce i sindaci dei piccoli comuni dopo la Legge “Realacci. Una legge epocale oltre che necessaria che introduce, per la prima volta, il tema del ‘piccolo comune'"
Castelli: “Riempire di contenuti e risorse la Realacci per far ripartire i territori”

VIVERONE – “La XVIII Conferenza Nazionale dei Piccoli Comuni di Viverone riveste un’importanza fondamentale perché è il primo appuntamento che riunisce i sindaci dei piccoli comuni d’Italia dopo l’approvazione della Legge “Realacci”. Una legge epocale oltre che necessaria che introduce, per la prima volta, il tema del ‘piccolo comune’ nella legislazione nazionale e simultaneamente si evidenza che un equilibrio demografico corretto sul territorio sia argomento di interesse collettivo e quindi parte di politiche nazionali”.  Così Massimo Castelli sindaco di Cerignale e coordinatore nazionale Anci dei piccoli comuni parlando alla XVIII Conferenza Nazionale Anci Piccoli Comuni in corso di svolgimento a Viverone
“Alla luce dei fatti – ha continuato Castelli – possiamo discutere di grandi investimenti sul territorio ma se lo stesso è spopolato diventa un nonsenso. Bisogna iniziare a riflettere partendo dal basso, dai territori e cercando di porre le basi per politiche ad hoc che segnino un continuum tra piccole e grandi realtà. E’ importante – ha sottolineato – mettere in comunicazione questi due mondi con delle politiche che alimentano il dialogo e la sinergia tra grandi e piccole comunità”.
“Come diceva il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi – ha ricordato Castelli – l’Italia è un Paese fatto di paesi. Proprio da qui bisogna ripartire insieme e la legge sui piccoli comuni è l’opportunità per parlare di politiche di controesodo – tema cardine dell’Assemblea 2017 a San Benedetto del Tronto – a partire dagli investimenti per “rimettere” il territorio fino al mantenimento dei servizi sullo stesso sempre con l’attenzione rivolta alle specificità”.
Questa legge, insomma, “apre una nuova via verso un nuovo ovest italiano da riconquistare – ha sottolineato il sindaco di Cerignale – con delle politiche innovative che tengano conto dei mutamenti sociali e ambientali per dare nuova vita e nuova forma alla dimensione Paese”.
“Noi sindaci di piccoli comuni dell’Anci – ha evidenziato – stiamo lavorando proprio per costruire le basi di questo processo che auspichiamo parta al più presto. E in questo dibattito si inseriscono azioni concrete come ad esempio l’investimento di miliardi di euro per portare la fibra ottica anche nelle aree più marginali. Una vera rivoluzione che per noi ha un duplice valore, tangibile e simbolico, perché permetterà di azzerare le distanze mettendo tutti democraticamente nella condizione di comunicare, di condividere, di esserci.
Mettere in connessione i territori con la fibra ottica è quindi l’inizio, “da qui – ha detto – si potrà ragionare per migliorare e incrementare tutti i servizi di cittadinanza (mobilità, poste, scuole, ospedali, ecc.), per ricreare le condizioni per le quali le persone possono vivere bene nei piccoli centri”.
“Oggi – ha spiegato – l’intensità dei servizi erogati dallo Stato, sono parametrati in base al numero dei residenti, per cui meno abitanti meno servizi, meno servizi meno abitanti. Per ridare prospettiva di crescita ed insediamento di nuovi abitanti, bisogna ribaltare questa logica, ponendo le condizioni per una nuova residenzialità, erogando i servizi essenziali dove mancano a prescindere dei residenti esistenti, ma ponendo le basi per attrarre nuovi abitanti nel prossimo futuro”.
Castelli ha poi ribadito la necessità che quanto si enuncia a livello nazionale abbia un corrispondente a livello locale: “Bisogna creare in ogni Regione un Assessorato ai Piccoli Comuni, perché anche le politiche regionali si devono adeguare al principio ideologico della Legge Realacci, che mette sul piatto delle politiche nazionali la tutela delle piccole comunità”. “Per noi – ha rimarcato – il futuro è cooperazione tra grandi metropoli e piccole realtà. Dobbiamo lavorare per una economia e una società compatibile con queste realtà difformi ma che possono trovare nelle loro differenze reciproco sostegno. Gli investimenti, quindi, devono essere fatti in questa ottica di rete per valorizzare tutti i territori e garantire standard di vita buoni per tutti”.
“Dobbiamo creare – ha proseguito – delle opportunità partendo dal presupposto che le comunità si formano intorno al lavoro e per creare spazi di lavoro, specie nelle aree interne, necessitiamo di politiche flessibili a partire da una fiscalità di vantaggio che consenta a chi vuole investire di non essere sovrastati da tasse elevate che abbinate agli svantaggi naturali, pongono le attività economiche fuori dal mercato”.
“L’obiettivo dell’Anci – ha concluso – a partire dal presidente Decaro e dal segretario generale Veronica Nicotra, è rivendicare nuove politiche, per ricongiungere e riconnettere le comunità del nostro paese. Smart City e Smart Land per un Italia nuova, moderna ed europea”.


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