• Luglio 10, 2015
di anci_admin

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#PiccoliComuni2015 – Ricci: “Rilanciamo su riforme, associazionismo per tutti i Comuni, ma no obbligatorietà”

CAGLIARI - “Se vogliamo evitare il rischio di un nuovo centralismo e se vogliamo ottenere una ...

CAGLIARI – “Se vogliamo evitare il rischio di un nuovo centralismo e se vogliamo ottenere una governance efficiente come conseguenza delle riforme istituzionali, dobbiamo rafforzare il ruolo dei Comuni. Per questo sarebbe un errore madornale ragionare sull’associazionismo per i soli piccoli Comuni: tutti i Comuni devono essere incentivati ad associarsi. Ma è fondamentale che siano i Sindaci, considerate le caratteristiche dei singoli bacini territoriali, a decidere se e come farlo”. Lo afferma il vicepresidente dell’ANCI e delegato alle Riforme istituzionali, Matteo Ricci, nel corso della Conferenza dei piccoli Comuni a Cagliari.
Ricci sostiene con forza che “i Sindaci e i Comuni sono i primi riformisti, ed è per questo che sulle riforme dobbiamo rilanciare: le Regioni vanno ridotte nel loro numero – afferma – e ricondotte alle loro funzioni originarie, ovvero quelle della legislazione e della pianificazione. E, con le Province in via di svuotamento, è naturale che la gestione debba passare con sempre maggiore forza ai Comuni, che devono rinforzarsi nella governance e nell’efficienza. Per questo l’associazionismo non può riguardare solo i piccoli Comuni. Bisogna eliminare l’obbligatorietà e passare dal criterio dei 5 mila abitanti a quello dei bacini omogenei, che considerino le particolarità dei singoli territori con il protagonismo dei Sindaci anche in questa fase. Biasimando nuovamente l’obbligatorietà imposta attualmente dalla norma sull’associazionismo, Ricci però propone al contempo l’istituzione di forti incentivi alla gestione associata delle funzioni: “Potremmo stabilire d’accordo con il Governo che il 100% dell’allentamento del Patto nella prossima legge di stabilità vada a favore dei Comuni che si mettono insieme, o addirittura prevedere che parte degli introiti della local tax possano essere incassati direttamente dalle Unioni, e quindi non essere computate nei criteri del Patto di stabilità”.
Infine, Ricci ribadisce che “la riforma del Senato va corretta. Ci convincono sia la fine del bicameralismo che il tema del Senato delle Autonomie: ma il ruolo dei Sindaci deve essere più pesante, e soprattutto dobbiamo cercare di far tornare in campo la questione dell’eleggibilità: i Sindaci che siederanno nel Senato delle Autonomie non possono essere nominati dai Consigli regionali”. (mv)