• Aprile 26, 2018
di anci_admin

Convegni e seminari

Piccoli Comuni – Rito dei Serpari patrimonio dell’Unesco? Se ne parla sabato 28 aprile in un convegno a Cocullo (Aq)

Il Comune di Cocullo ha da tempo iniziato un percorso per il riconoscimento da parte dell’Unes...
Piccoli Comuni – Rito dei Serpari patrimonio dell’Unesco? Se ne parla sabato 28 aprile in un convegno a Cocullo (Aq)

Il Comune di Cocullo ha da tempo iniziato un percorso per il riconoscimento da parte dell’Unesco, come Patrimonio Immateriale dell’Umanità, della festa di San Domenico Abate/Rito dei Serpari e della tradizione che ne consente la realizzazione da tre secoli.
Tra le istituzioni sostenitrici c’è una associazione Temporanea di Scopo, che raccoglie 13 Comuni tutti legati dalla comune devozione a San Domenico Abate: piccoli comuni, tutti caratterizzati dallo spopolamento, che mette in dubbio sia la permanenza delle Comunità locali e sia delle tradizioni culturali secolari che sono una ricchezza del patrimonio nazionale.
In questo quadro, la candidatura della tradizione di Cocullo a patrimonio dell’Unesco si pone come atto teso a dare visibilità a questa problematica, in modo da richiedere interventi concreti tesi alla salvaguardia del grande patrimonio culturale che caratterizza tutti i borghi dell’Appennino centrale.
Da qui l’idea di tenere, in occasione del Rito dei serpari del 2018, il prossimo 28 aprile, un convegno con i piccoli comuni di Abruzzo, Lazio, Umbria, Marche e Molise per avviare un confronto tra amministratori, associazioni e realtà locali su queste tematiche.
Interverranno antropologi che negli anni si sono misurati con questa problematica, come Lia Giancristofaro, Valentina Lapiccirella Zingari, Pietro Clemente e Vito Teti.
A questa iniziativa ha dato la sua adesione l’Anci, sia nel momento della promozione, sia nella definizione dei contenuti e sia nella gestione, con l’intervento del coordinatore nazionale dell’Anci Piccoli comuni, Massimo Castelli, ed il responsabile del dipartimento Cultura Vincenzo Santoro, insieme al presidente di Anci Abruzzo Luciano Lapenna. L’obiettivo è quello di dare vita ad una “Carta di Intenti”, da sottoporre all’attenzione delle Istituzioni governative nazionali e regionali. 
“In Abruzzo i piccoli Comuni con popolazione inferiore ai cinquemila abitanti – commenta il presidente di Anci Abruzzo Luciano Lapenna – sono 249 su 305, di cui 194 hanno meno di duemila abitanti. In essi risiedono 345mila persone su un milione e trecentomila che vivono nella nostra Regione. Dal 1971 al 2015 – ricorda Lapenna – la popolazione nei piccoli Comuni è diminuita da un minimo del 20% fino ad oltre l’80%. Tutto questo è reso ancor più grave dagli eventi sismici recenti che mettono in pericolo la sopravvivenza di decine di piccoli comuni, tutti drammaticamente alle prese con lo spopolamento e con la ricostruzione”.
Per il presidente di Anci Abruzzo “occorrono politiche di sostegno ai Comuni di queste aree che hanno problemi di dissesto idrogeologico, di decremento della popolazione residente, di disagio insediativo; occorrono strumenti di sostegno e valorizzazione dei piccoli Comuni per la loro riqualificazione e il recupero dei loro centri storici. Sono le richieste che l’Anci ha fatto con “L’Agenda controesodo”, rivolte al Parlamento, al Governo nazionale e ai governi regionali. E’ tempo – chiosa Lapenna – di cambiare passo”. (com/ef)