- Gennaio 13, 2015
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Piccoli Comuni – Consulta ANCI: “No a Imu terreni montani e ripensare gestioni associate”
‘‘Per ottenere una reale razionalizzazione del quadro normativo sull’associazionis...‘‘Per ottenere una reale razionalizzazione del quadro normativo sull’associazionismo obbligatorio e’ necessario agire affinche’ si abbia una cornice nazionale sostenibile ed efficace, con norme semplificate e premialita’ per chi intraprende il percorso delle gestioni associate di funzioni e servizi, tenendo conto dell’importanza e della validita’ delle esperienze locali. Occorre, quindi, una urgente revisione dei termini previsti dalla normativa vigente’’. Lo affermano Massimo Castelli, coordinatore ANCI piccoli Comuni e sindaco di Cerignale, Roberto Pella, vicepresidente ANCI e sindaco di Valdengo e Dimitri Tasso, coordinatore Gestioni Associate e Unioni e sindaco di Montiglio Monferrato.
Gli esponenti dell’ANCI parlano al termine della riunione della Consulta nazionale dei Piccoli Comuni e del Coordinamento nazionale delle Gestioni associate e delle Unioni: ‘‘E’ innanzitutto necessario – affermano – abbandonare l’idea di applicare l’Imu sui terreni montani relativa al 2014. La decisione e’ stata presa a bilanci ormai approvati e con il concreto rischio di mettere in grave difficolta’ la gran parte della amministrazioni locali di minore dimensione demografica. Inoltre, continuiamo a combattere la battaglia volta al definitivo superamento del Patto di stabilita’ a partire dai Piccoli Comuni, che sta creando enormi difficolta’ perche’ limita l’azione delle economie locali che sono invece risorsa del nostro Paese, mettendo in crisi anche le piccole e medie imprese’‘.
Le norme che impongono l’utilizzo delle Centrali uniche di Committenza, infine, ‘‘seppur condivisibili nella ratio generale, rischiano di essere causa di ulteriori penalizzazioni e aumenti di costi dovuti al quadro normativo eccessivamente complesso e che, in particolare nei Piccoli Comuni, rischia di ingessare ogni tipo di acquisizione, producendo diseconomie. Occorre prevedere una esenzione dall’obbligo di ricorrere alla Centrale Unica di Committenza per acquisti di beni e servizi inferiori ai 40.000 euro, per tutti i Comuni, anche quelli inferiori a 10.000 abitanti’‘.