- Novembre 24, 2022
#Anci2022
Pella: “Il tema della salute associata allo sport è centrale per lo sviluppo delle comunità”
Nell’ultimo panel della seconda giornata di lavori dell’Assemblea annuale i sindaci e le associazioni si sono confrontati sui possibili scenari futuri dopo la pandemia nei termini di maggiore integrazione tra welfare e salute
Bergamo – Nell’ultimo panel della seconda giornata di lavori dell’Assemblea annuale si sono confrontati sui possibili scenari futuri dopo la pandemica nei termini di maggiore integrazione tra welfare e salute il sindaco di Valdengo e Vicepresidente Vicario Anci Roberto Pella, la presidente di Federsanità Tiziana Frittelli, la sindaca di Vibo Valentia Maria Limardo e il sindaco di Verona Damiano Tommasi e il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi
“Dobbiamo attuare una azione forte di stimolo coinvolgendo le scuole e facendo un grande gioco di squadra perché il tema della salute e dello sport connesso alla salute è centrale per lo sviluppo delle nostre comunità”, ha detto Roberto Pella, sindaco di Valdengo e Vicepresidente Vicario Anci che auspicando ad un possibile futuro ministero del Benessere, ha ricordato l’incessante lavoro di creazione di una rete proattiva fatta da Anci insieme a Federsanità per incidere sulla qualità della vita dei cittadini proprio partendo da un approccio sano allo sport che è sì’ competizione ma è anche e soprattutto benessere fisico.
“Lavoriamo da anni in questo senso e il mio auspicio è puntare ad una revisione del Testo Unico che porti il tema della salute in capo ai sindaci. Pur rispettando e non volendo sostituirci alle Regioni, ritengo che noi sindaci per il ruolo di prossimità che abbiamo possiamo incidere nella qualità della vita dei cittadini”.
“La qualità della sanità pubblica italiana deve diventare la priorità ma servono risorse”, ha detto Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia che ha sottolineato come l’integrazione socio sanitaria sia una giusta e inevitabile eredità che ci ha dato il covid. “Prendiamo atto che serve rafforzare il welfare nei Comuni e guardando alla sanità c’è bisogno di una rivoluzione copernicana verso una medicina dei territori.
“Questo tipo di innovazione che passa anche dalle case di comunità – ha aggiunto – richiede forme nuove e più efficaci e consapevolezza della complessità del sistema all’interno del quale ci sono Stato, Regioni, e territori. La medicina nel territorio richiede più investimenti e maggiore ruolo dei Comuni”.
“Concordo con la necessità della riorganizzazione del sistema sanitario”, ha detto Maria Limardo, sindaca di Vibo Valentia, ma “se da un lato – ha continuato – la pandemia ci ha insegnato che lo Stato c’è e funziona, dall’altro ha messo crudelmente a nudo la diseguaglianza sociale perché accanto ai livelli essenziali di assistenza e di prestazioni, che hanno una vorticosa differenza tra quelli che sono gli indicatori al nord e al sud ci sono i determinanti sociali della salute. In sostanza dove si vive modifica anche le aspettative di vita di un cittadino”.
“La pandemia ci ha insegnato il significato di cura che non è solo intervento sulla malattia ma anche l’importanza della vicinanza e della prossimità. Abbiamo scoperto il senso della comunità, delle competenze, e della necessità di investire come amministrazioni sul capitale umano, fatto di competenze e attività verso gli altri”, ha sottolineato il sindaco di Verona Damiano Tommasi.
E della necessità di sviluppare strumenti di programmazione e di integrazione di sinergie oltre che di puntare ad una sanità territoriale si è espressa anche la presidente di Federsanità Tiziana Frittelli.
Leggi gli interventi dei sindaci di Ascoli Piceno Narco Fioravanti, di Lecce Carlo Salvemini e di Torbole Casaglia Roberta Sisti.