- Marzo 15, 2013
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Patto di stabilità – Anci Umbria, i piccoli comuni minacciano di ‘uscire’ dai suoi vincoli
In un’affollata riunione a Perugia, presso la sede ANCI Umbria, che ha visto la presenza della...In un’affollata riunione a Perugia, presso la sede ANCI Umbria, che ha visto la presenza della quasi totalità dei piccoli comuni della regione, i sindaci hanno minacciato di rompere il Patto di stabilità, introdotto dai recenti provvedimenti legislativi e applicato a partire dal 1 gennaio 2013. Il Patto di stabilità è praticamente ingestibile dai piccoli enti e produce il blocco totale delle attività amministrative, compresa la gestione di fondi precedentemente attribuiti e in corso di spesa.
“I Comuni vogliono e possono pagare i loro fornitori, ma nonostante abbiano disponibilità finanziaria non possono a causa degli incomprensibili vincoli del Patto. Solo in Italia, infatti, i comuni sono soggetti al Patto di stabilità, nessun altro stato europeo ha esteso la normativa agli enti locali” afferma il coordinatore dei Piccoli comuni Giuseppe Chianella al termine dell’incontro – “poter pagare i nostri debiti – continua – darebbe ossigeno ad imprese e famiglie ormai vicine al collasso”.
L’Anci nazionale aveva sollecitato più volte nel 2012 con manifestazioni e richieste al Governo per la non introduzione del Patto anche ai comuni sotto i 5000 abitanti, per evitare le gravi conseguenze economiche e sociali, che puntualmente si stanno verificando sull’intero territorio nazionale.
Se aggiungiamo a questa situazione le bizantine norme che disciplinano la gestione associata delle funzioni fondamentali si ritiene che di qui a breve ci sarà un blocco totale delle amministrazioni comunali. I piccoli comuni dell’Umbria chiedono al Governo in carica un provvedimento d’urgenza che autorizzi le amministrazioni locali a sbloccare le risorse necessarie per fare fronte ai propri debiti.
I sindaci umbri parteciperanno in massa all’iniziativa dell’ANCI nazionale che si terrà il prossimo 21 marzo a Roma, insieme a tutti gli altri Comuni d’Italia e successivamente decideranno se rompere il Patto o intraprendere altre forti iniziative. (com/gp)