• Febbraio 26, 2014
di anci_admin

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Patrimonio immobiliare – Lorusso (Fpc): “Inefficace la cessione per valorizzarlo, si segua la collaborazione istituzionale”

“Suscita perplessità che, per rilanciare il tema ‘valorizzazione del patrimonio p...

“Suscita perplessità che, per rilanciare il tema ‘valorizzazione del patrimonio pubblico’ in funzione anti-debito, si segua uno schema simile a quello usato, con esiti negativi, per le operazioni Scip 1 e Scip 2. Condivisibili gli obiettivi ma, la strada più proficua, non è conferire gli immobili pubblici ad un ente (soggetto pubblico?) che, a sua volta, emette obbligazioni con cui abbattere il debito, ma una cooperazione costruttiva e strutturale come quella che l’Anci sta perseguendo, sia sul federalismo demaniale, che con l’accordo siglato con Invimit”. Lo sottolinea Michele Lorusso, direttore della Fondazione Patrimonio Comune dell’Anci, intervenendo sull’articolo di Alan Friedman che sul Corriere della Sera, ha proposto di cedere il patrimonio pubblico (immobiliare e mobiliare) a un ente/holding che avrà lo scopo di rivenderlo entro 10 anni calcolando così una riduzione del debito pubblico di 50 miliardi l’anno per 8 anni.
“Quelle operazioni non hanno funzionato perché proprio basate sul meccanismo ipotizzato da Friedman, cioè – argomenta Lorusso – il passaggio di asset immobiliari (ma anche di crediti) ad una società di cartolarizzazione (pubblica) con obbligazioni emesse per ripagarli”. Eppure il risultato, “fatta la tara delle prelazioni da parte degli inquilini e di una serie di operazioni di grandi investitori, è stato che il ‘grosso’ degli immobili, rimasto invenduto, è poi tornato all’Istituto di Previdenza”.
D’altra parte, il direttore di Fpc boccia la certezza di Friedman secondo cui “10 anni è un tempo sufficiente per assicurare la vendita più vantaggiosa possibile del patrimonio”.  Il passaggio di quasi “100 miliardi di patrimonio inciderà sulla solvibilità del nostro Paese con il risultato – osserva Lorusso – che le successive emissioni di debito (BTP e BOT) finiranno per avere un costo persino maggiore”. Per non parlare delle diverse critiche sollevate dalla Corte dei Conti in termini di risultati finanziari effettivamente raggiunti (alquanto modesti), sconti applicati, commissioni pagate e ruolo "marginale" delle strutture pubbliche nelle operazioni a favore di soggetti esterni.
Da qui la strada indicata dal direttore della Fondazione Anci, di “approfondire la collaborazione già avviata con Agenzia del Demanio, Cdp ed adesso Invimit”. “Sono convinto che gli accordi che abbiamo sottoscritto costituiscono il contenitore fondamentale da cui ripartire, visto l’ampio spettro di aree di collaborazione. Tocca ora ai Comuni svilupparne al massimo i contenuti – conclude Lorusso – accettando la sfida della ‘valorizzazione virtuosa’ del proprio patrimonio, vero filo conduttore della nuova stagione del federalismo demaniale”. (gp)